
Lo spettacolare volo delle farfalle monarca è in pericolo!
Stai passeggiando in un bosco, immerso nei tuoi pensieri. Fa freschino, ma non troppo, perché in alto, sopra gli alberi splende il sole. Con la coda dell’occhio avverti un movimento: che strano, sembrava quasi che quel tronco si fosse mosso…
Ti stropicci gli occhi: no, non è possibile, anche se in effetti la corteccia ha un aspetto insolito, non è marrone scuro e sembra quasi “pelosa”. Alzi lo sguardo: i rami sono carichi di foglie dei colori dell’autunno, gialle e arancioni. Una si stacca e cade… verso l’alto?! Altre foglie seguono la prima, e tutte, invece di cadere in giù, vanno… in su!
Ti stropicci gli occhi per la seconda volta, e osservi meglio: non sono foglie.
Sono migliaia di farfalle dalle ali oro e arancione che pendono aggrappate ai rami degli alberi e ricoprono completamente i tronchi.
A quel punto ti accorgi di un’altra cosa: un rumore lieve, come di pioggia che cade sul terreno. Ma non piove, c’è il sole. Chiudi gli occhi e rimani in ascolto: è il suono di migliaia di ali che fremono tutte insieme.
Benvenuto nel bosco delle farfalle monarca.
Farfalle monarca attaccate al ramo di un albero Un tronco completamente ricoperto di farfalle monarca
Uno spettacolo bellissimo che rischiamo di non vedere più
Per vivere davvero quest’esperienza sorprendente dovresti trovarti in Messico, nei boschi sulle montagne del piccolo stato del Michoacán: è qui che ogni anno questi insetti così belli e insieme così fragili vengono a svernare, cioè a passare l’inverno. Arrivano da molto lontano, dalla regione dei Grandi Laghi tra Stati Uniti e Canada, dopo un viaggio lunghissimo: 4000 chilometri, la migrazione più lunga fatta da un insetto (per darti un’idea: è come percorrere 3 Italie messe in fila una sopra l’altra).
Ma lo spettacolo delle loro ali colorate che riempie il cielo è in pericolo: ogni anno il numero delle farfalle monarca che arriva qui è sempre più basso. Pensa che rispetto al 1980, quindi nel giro di soli 40 anni, è diminuito del 90% circa.
Il 90% vuol dire QUASI TUTTO: significa che queste farfalle sono vicine all’estinzione, cioè rischiano di sparire.
Ancora una volta, purtroppo, la colpa è nostra: distruggiamo gli ambienti in cui la farfalla monarca cresce e si riproduce, eliminiamo le piante che mangia quando è un bruco, e a tutto questo si aggiunge il solito cambiamento climatico.
Davvero vogliamo perdere uno spettacolo così bello?

Vuoi saperne di più sulle farfalle monarca e sul loro avventuroso viaggio?
- Le farfalle monarca: la lunga migrazione
- In volo con le farfalle: strumenti di bordo
- Il caso delle farfalle “scomparse“: le indagini… e la scoperta!
- I pericoli (umani) che le minacciano
La lunga migrazione delle farfalle monarca
La farfalla monarca è molto diffusa soprattutto nell’America del Nord: è stata addirittura proclamata “insetto nazionale” degli Stati Uniti. In estate se ne trovano tantissime in particolare nella regione dei Grandi Laghi, tra Stati Uniti e Canada; poi tra l’autunno e l’inverno, con l’arrivo del freddo, fanno le valigie e partono verso sud:
• un gruppo si sposta in California (quindi sempre negli Stati Uniti)
• un altro gruppo si prepara ad affrontare un viaggio molto più impegnativo e, in barba alle frontiere, vola fino in Messico! (ma, come vedrai, è rimasto per molti anni un mistero dove andassero a finire!)
Ma perché le farfalle monarca, dato che non amano il freddo, passano l’estate così a nord? E perché d’inverno, quando volano a sud, non scelgono una bella valle soleggiata ma un bosco a 3000 metri d’altezza?

ESTATE – confine Canada-Stati Uniti
Che scorpacciate qui! Questa regione è ricca di piante della famiglia delle Asclepiadacee (sì, lo so, è un nome difficile ma si chiamano così…). Sono piante dai fiori bellissimi, molto colorati, velenose per l’uomo e per molti altri animali, ma non per le farfalle monarca, che le sfruttano in due modi:
• le femmine depongono le loro uova sulle foglie della pianta, sicure che non verranno mangiate
• i bruchi usciti dalle uova mangiano le foglie della pianta e così prendono un saporaccio che scoraggia i predatori.
Uovo di farfalla monarca Bruco di farfalla monarca
INVERNO – boschi montani del Messico
I boschi di pini e abeti dove si rifugiano le farfalle sono a 3000 metri sul livello del mare, cioè… in montagna! Però siamo abbastanza a sud perché non faccia troppo freddo. Insomma, c’è il freddo “giusto”: non esagerato perché altrimenti le farfalle congelerebbero, ma sufficiente perché entrino in una specie di semi-ibernazione. In pratica le funzioni del loro corpo si riducono al minimo indispensabile per rimanere in vita ed è come se le farfalle dormissero, tutte ammassate per conservare un po’ di calore.
Ma ai primi raggi di sole che scaldano l’aria… via!
I segreti di volo delle farfalle monarca
Per completare il lungo viaggio che in primavera le riporta dal Messico al nord le farfalle impiegano 3-4 generazioni: in poche parole, la farfalla che arriva non è la stessa che è partita, ma sua nipote o addirittura la sua bisnipote.
Invece il viaggio autunnale dal nord verso il Messico viene compiuto da una sola generazione di farfalle, che vive più a lungo di tutte le altre: arriva qui, sverna, aspetta la primavera per accoppiarsi e dare vita alla nuova generazione che salirà verso nord.
Ma quindi, se le farfalle che vanno in su non sono le stesse che tornano in giù… chi gli insegna la strada?
Occhi, antenne e… geni
La risposta è: la conoscono già. Gli scienziati sono arrivati alla conclusione che le farfalle monarca hanno già tutte le informazioni che gli servono per migrare contenute nei loro geni, cioè nelle loro cellule: in pratica, sanno da sole che devono volare verso sud-ovest (o, a seconda delle generazioni, verso nord-est). Poi, durante il volo, si aiutano con altri “strumenti” per mantenere la rotta: gli occhi, che registrano la posizione del sole rispetto all’orizzonte, una specie di peluria sulla testa per captare la direzione e la forza del vento, e le antenne.
Una curiosità: sai che le loro antenne sono multifunzionali, cioè svolgono compiti diversi? È con quelle, per esempio, che sentono gli odori: insomma, sono anche il loro naso!
Il misterioso caso delle farfalle… scomparse
Ci ha messo 38 anni a scoprire il loro rifugio invernale. Ogni anno, fin da quando era ragazzo, Fred Urquhart, uno zoologo canadese, le osservava partire dal Canada e tornare. Finché un bel giorno ha deciso di provare a scoprire dove andavano a cacciarsi d’inverno. Ovviamente non poteva mettersi semplicemente in macchina e seguirle, così ha pensato di cercare degli aiutanti. E ne ha trovati a centinaia! Volontari di ogni parte dell’America che attaccavano etichettine sulle ali delle farfalle monarca: in questo modo, se qualcuno le avvistava poteva registrarle e informare Fred, che dall’etichettina capiva da dove venivano e che strada avevano fatto. In questo modo, aiutato dalla moglie Norah, è riuscito a ricostruire i loro spostamenti.
Ma tutte quelle rotte, una volta arrivate in Texas… puf, sembravano interrompersi. Nessuna traccia delle farfalle finché non ricomparivano in primavera.
Finché nel 1975, grazie a due volontari messicani, la grande scoperta in quel bosco del Messico. Fred ha fatto i bagagli ed è andato a vedere con i propri occhi: deve essere stato emozionante trovarsi finalmente davanti alla risposta “vivente” della ricerca di un’intera vita.
I citizen scientists
Un’operazione come quella messa in piedi da Fred, coinvolgendo migliaia di semplici volontari che non sono scienziati professionisti, è chiamata citizens science: è “una ricerca scientifica fatta da persone comuni”. È importante che siano guidati da scienziati professionisti, ma il loro contributo può essere davvero importante, soprattutto quando bisogna monitorare aree molto vaste. Per esempio, sono i volontari che ogni anno si recano nei luoghi in cui svernano le farfalle per provare a “censirle”, cioè a contare il numero di esemplari.
Ed è da loro che per prima è arrivata la brutta notizia.
Un volontario registra una farfalla Una farfalla monarca “taggata”
Campi coltivati, pesticidi e cambiamento climatico: le farfalle monarca non hanno più il loro habitat
Molti dei siti in cui svernano le farfalle monarca in Messico fanno oggi parte della Riserva della biosfera delle farfalle monarca, un’area protetta che nel 2008 è anche entrata a far parte dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO. Purtroppo, come abbiamo visto, non basta per salvare questa specie dall’estinzione: bisogna proteggere le farfalle anche quando non sono qui per permettere loro di ritornarci! I pericoli che le minacciano purtroppo sono tanti:
• l’aumento dei campi coltivati e l’uso dei diserbanti, cioè sostanze che uccidono le erbe e i fiori selvatici che crescono in mezzo o ai margini dei campi coltivati. Tra questi ci sono i fiori delle Asclepiadacee di cui si nutrono i bruchi di farfalle monarca
• il cambiamento climatico (vedi Agenda 2030, Obiettivo 13): non solo aumentano le piogge e le tempeste violente, che fanno morire tantissimi di questi fragili insetti, ma le temperature più alte causano lunghi periodi di siccità e incendi in California, impedendo alle Asclepiadacee di crescere. Sempre il cambiamento climatico, poi, ha “sfasato” le stagioni della fioritura rispetto alle migrazioni delle monarca, che nelle loro migrazioni fanno fatica a trovare cibo.
Non abbiamo ancora imparato che sul Pianeta tutto è collegato e anche la scomparsa di una sola specie ha effetti a catena su tutto resto? Pensa anche solo agli animali che si cibano di queste farfalle, o ai fiori che vengono impollinati grazie a loro… (vedi anche Agenda 2030, Obiettivo 15)
E poi c’è un’altra questione: le farfalle monarca SONO BELLE. E anche la bellezza è un patrimonio, una ricchezza, che è giusto che possano ammirare anche le persone che verranno dopo di noi.
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