
Animali in pericolo: in Australia c’è un ospedale mobile che corre a salvarli
Sarò sincero, caro ventitrentiano, è andata così. Stavo cercando una bella immagine di un koala da mettere in questo articolo per parlarti della fantastica notizia di oggi, cioè del fatto che da qualche giorno in Australia c’è un ospedale mobile del WWF, una vera e propria clinica veterinaria su quattro ruote, che va in giro a salvare gli animali. E mentre scorrevo le foto, tra un mini-koala sulla schiena di mamma koala e un koala con due grandi occhioni abbracciato a un grosso ramo, ecco che mi sono trovato davanti questo scatto qui sotto e il cuore mi ha fatto un tatràc!

È un cartello esposto durante una manifestazione contro il cambiamento climatico che si è tenuta l’anno scorso in Australia, nel periodo in cui tutto continuava ad andare a fuoco per colpa di violenti incendi. La frase che ci è scritta sopra significa: «Come facciamo a dormire mentre i nostri letti bruciano?». Ci ho messo un po’ a capire perché mi aveva colpito al cuore e costretto a fermarmi, ma poi, quando l’ho realizzato, due cose mi sono state chiare:
1. Gli animali non parlano, dobbiamo parlare noi per loro
Lo so, pare una cosa stupida da dire, ma pensaci bene: quando hai un problema, uno dei modi più semplici per risolverlo è parlarne con chi ti sta accanto perché magari insieme trovate la soluzione. Ma se sei un animale, tipo un koala, e la tua casa sta prendendo fuoco, come fai a chiedere aiuto? Ecco perché questo cartello è fantastico: perché grida “Aiuto!” al posto del koala.
2. Se gli animali non vanno in ospedale, è l’ospedale che deve andare da loro
La clinica mobile gestita dal Byron Bay Wildlife Hospital è una cosa bellissima e ho capito che avevo voglia di parlartene perché funziona proprio nello stesso modo del cartello della foto: gli animali non sono in grado di andare in ospedale da soli (mica hanno la macchina per spostarsi!), e allora ecco che è l’ospedale ad andare da loro, soprattutto quando hanno bisogno di cure urgenti!

Ma perché gli animali selvatici in Australia sono in pericolo, e come mai i loro letti stanno bruciando? Scopriamolo insieme.
VUOI SAPERNE DI PIù?
- Australia: un paese in fiamme
- Il sogno di Bree Talbot
- “Koalas Forever”: perché un mondo senza koala non sarebbe lo stesso
Australia: un paese in fiamme
Tra il 2019 e il 2020, all’improvviso, in Australia si scatena una serie incredibile di incendi. All’inizio in tanti danno la colpa ai piromani, persone un po’ pazze che si divertono ad accendere fuochi in giro. Ma presto tutti quanti si rendono conto che il problema è più grave.
Un disastro fuori dal normale
In pochi mesi sul territorio australiano bruciano circa 85 mila chilometri quadrati di foreste. Per capirci, è come se Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige e Liguria fossero un’unica grande foresta che prende fuoco. David Bowman, professore all’Università della Tasmania e direttore di un centro di ricerca sugli incendi, di fronte a questo disastro dice:
L’intensità, il numero, l’ampiezza, la contemporaneità degli incendi sono tutti fuori dal normale. È come se fossimo in guerra!
Ed effettivamente è così, anche perché, proprio come in una guerra, oltre ai danni materiali ci sono anche un numero altissimo di vittime, non tra gli esseri umani, ma tra gli animali. Una recente ricerca del WWF sostiene che gli animali danneggiati sarebbero addirittura 3 miliardi (pensa che gli uomini sulla Terra arrivano circa a 8 miliardi). Alcuni sono morti, molti hanno perso la loro casa, e tutti quanti si sono ritrovati a vivere in un ambiente rovinato, dove è rimasta pochissima acqua.
Capisci bene che non poteva essere un problema legato solo a qualche matto innamorato dei fiammiferi. E allora quali erano le cause?

Perché bruciava tutto?
Studiando attentamente la situazione, alla fine si è capito che in molti casi gli incendi scoppiavano per colpa di qualche fulmine, una cosa che succedeva già in passato, ma il problema vero era che si espandevano e diventavano giganti perché la vegetazione era molto secca. Come mai? Semplice, il 2019 in Australia è stato l’anno più caldo dell’ultimo secolo, con temperature che in media erano più alte di 1,5 gradi, e che in alcuni punti hanno raggiunto addirittura i 49 gradi. Un vero forno che ha fatto perdere un sacco di acqua a tutte le piante del continente, che sono diventate così secche da prendere fuoco alla prima scintilla.
Come avrai già capito, quindi, anche questo disastro è stato in larga parte causato dal riscaldamento globale. E se hai letto altri dei nostri articoli e l’Obiettivo 13 dell’Agenda 2030, ormai sai meglio di me che i principali responsabili di questo cambiamento siamo noi esseri umani.
Gli australiani, in particolare, bisogna dire che danno una grossa mano al riscaldamento, perché la loro economia si basa in larga parte sull’estrazione del carbone, ed è stato dimostrato che questa contribuisce parecchio a far alzare le temperature.
Il sogno di Bree Talbot

Ma veniamo alla bella notizia! Mentre tutto il continente australiano andava a fuoco, la dottoressa Bree Talbot era davanti alla tv insieme a sua figlia di 9 anni e pensava che avrebbe voluto essere là, in mezzo alla fiamme, per prestare soccorso agli animali feriti, in particolare ai koala, che avevano molta difficoltà a mettersi in salvo da soli.
A neanche un anno di distanza il suo sogno si è realizzato, e Bree è diventata un membro della clinica mobile del Byron Bay Wildlife Hospital, quella specie di camion super attrezzato che hai visto sopra, che se ne va in giro a curare gli animali per tutta l’Australia. E oggi lei è felicissima di poter dire:
Entro pochi minuti dal nostro arrivo, il team di veterinari può medicare le ferite, fare esami e somministrare farmaci. Significa che possiamo iniziare le cure prima che si manifestino gravi problemi.
Come avrai intuito, la velocità di intervento rappresenta uno dei principali motivi di successo di questa iniziativa. Se quando un animale ha un piccolo problema di salute, tu arrivi in pochissimo tempo e hai tutto quello che ti serve per curarlo, le possibilità di salvarlo sono nettamente di più. E l’ospedale mobile è proprio preparato per questo:
- è dotato di pannelli solari che lo rendono autonomo da un punto di vista energetico
- ha potenti strumenti di comunicazione (collegati ai satelliti in cielo) che gli permettono di mandare messaggi ovunque per chiedere aiuto
- al suo interno ci sono macchinari e attrezzature mediche nuovissime che consentono di fare subito un sacco di analisi agli animali per capire che problema hanno.
E soprattutto, a bordo ci viaggiano alcuni dei migliori veterinari del paese, come la dottoressa Bree Talbot, pronti a intervenire e a regalare un sorriso, e la propria voce, a tutti gli animali selvatici.

“Koalas Forever”: perché un mondo senza koala non sarebbe lo stesso
È inutile nasconderlo: all’inizio dell’articolo stavo cercando la foto di un koala perché sono stati proprio loro gli animali più colpiti dai gravi incendi australiani. Purtroppo erano già pochi anche prima, perché il cambiamento climatico ha ridotto parecchio il numero di foglie di eucalipto, che sono il loro cibo preferito. Questo animale quindi rischia davvero l’estinzione. Siamo sicuri di voler vivere in un mondo senza koala?

Immagino che sarai d’accordo che la risposta è un grande, fortissimo no! Ecco perché il WWF ha lanciato la campagna “Koalas Forever” per cercare di far raddoppiare entro il 2050 il numero di koala presenti sulla costa orientale del continente. Questo progetto mira anche ad aumentare il numero di cliniche veterinarie in grado di prestare loro soccorso, ma soprattutto punta a ripristinare il loro habitat naturale, perché tutti quanti meritiamo di dormire nel nostro letto!
Alla prossima, mio caro ventitrentiano, e mi raccomando: stay focused on the goals!