Animali alla riscossa contro il rischio di estinzione

Animali alla riscossa contro il rischio di estinzione

26 Gennaio 2021 0 Di Anna

Pensa a come sarebbe bello vedere un castoro durante una passeggiata sulle Alpi. No, non sto scherzando: è difficile, ma potrebbe succedere! Tu mi dirai che i castori vivono nelle foreste del Nord America, ma non sta lì la difficoltà. Infatti esistono anche i cugini europei dei castori americani, solo che nel nostro continente ne erano rimasti pochi, pochissimi. In Italia poi erano proprio scomparsi: non c’erano più da 400 anni! C’è una buona notizia, però, perché gli anni di tentativi per farli tornare a vivere nei Paesi della catena alpina stanno dando i loro frutti. Quindi, sì, potrebbe succedere! Mi raccomando: se dovessi vedere dei tronchi d’albero rosicchiati, guardati bene intorno…

Nel corso del 2020, studiosi e organizzazioni come il WWF hanno confermato alcune notizie positive di questo tipo. Bene! Il problema è che sul nostro Pianeta il numero di animali selvatici sta diminuendo a folle velocità e un milione di specie rischia di estinguersi, cioè di scomparire per sempre. I piccoli grandi successi di cui parleremo sono il segno che qualcosa si può fare: bisogna buttarsi a capofitto nella missione di proteggere e riportare nei loro territori le specie a rischio.

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Guarda chi si rivede in Italia…

Eccolo qui, il nostro amico castoro europeo. Negli ultimi anni qualche fortunato l’ha avvistato in due zone diverse delle Alpi: in un bosco vicino a Tarvisio (Friuli Venezia Giulia) e in Val Pusteria (Alto Adige). Probabilmente il castoro sta tornando da noi dopo aver rafforzato la sua presenza in Germania (dove non si era estinto), e in Svizzera e Austria (dove è stato reintrodotto dall’uomo).

C’è poi la lontra, che ha fatto capolino sempre in Friuli, in pianura questa volta… erano 50 anni che non se ne vedeva una! E non parlo di oasi protette, dove puoi “spiare” attraverso un vetro lontre che dormono in buche sottoterra o nuotano nell’acqua… parlo di lontre in libertà!

Poche settimana fa, infine, una foca monaca nuotava nelle acque dell’area marina protetta di Porto Cesareo, in Salento. C’era stato qualche altro avvistamento in Puglia negli ultimi anni, ma a Porto Cesareo si sentiva la sua mancanza da 50 anni. Certo, la foca poteva essere solo di passaggio, ma di sicuro sono stati tutti felici di vederla.

Non solo avvistamenti: qui c’è sotto un progetto di ripopolamento

Nei tre casi che abbiamo appena visto è troppo presto per parlare di “ripopolamento”, cioè di specie animali che tornano a vivere e a riprodursi in un territorio da cui erano scomparse, o quasi.
Le cose vanno decisamente meglio nel caso dello stambecco, che nel tempo (molto tempo) è davvero tornato a popolare le Alpi Marittime, tra Liguria e Piemonte, tanto che oggi si contano circa 800 esemplari.
C’è poi un progetto che ha per protagonista l’aquila del Bonelli e come “set” le nostre grandi isole: in Sicilia si lavora per difendere la sua presenza; in Sardegna – dove il rapace, chiamato S’Abilastru dai sardi, è stato reintrodotto a settembre 2020 – si tengono d’occhio gli sviluppi della situazione.

Due successi in Europa: il bisonte e la lince

Lo sapevi che in alcune zone d’Europa ci sono i bisonti? Erano a rischio di estinzione, ma a metà del Novecento è iniziato il ripopolamento e negli ultimi 20 anni gli esemplari selvatici sono triplicati! Ora ci sono 47 mandrie che si aggirano nelle foreste di Polonia, Bielorussia e Russia, per un totale di circa 6200 bisonti. Prova a immaginarteli, all’alba, mentre emergono a poco a poco dalla nebbia, enormi, più alti e più grossi di quelli americani (il bisonte europeo è alto 2 metri, lungo quasi 3 e può pesare fino a 9 quintali)…
Anche la lince iberica – cioè tipica della Penisola Iberica, l’area dell’Europa dove si trovano Spagna e Portogallo – sta uscendo dal rischio di estinzione. Nel 2002 questi gattoni dalle orecchie appuntite erano solo 94, nel 2020 gli esperti ne hanno contati 855!

Notizie dal mondo

Infine, qualche “pillola” di ottimismo dal mondo.

  • Stando in tema di bisonti, il bisonte americano era considerato estinto in Messico da ormai 100 anni, ma è stato riportato sugli altipiani e si è riambientato.
  • Un altro gigante, il rinoceronte nero d’Africa, continua a essere minacciato dai bracconieri, ma i suoi numeri in 30 anni sono raddoppiati: nel 1990 ce n’erano 2400, oggi sono 5600.
  • Dalla savana al Polo Sud: nonostante alcune annate molto negative, le colonie di pinguini Adelia negli ultimi 60 anni sono rimaste stabili, e anzi sono leggermente aumentate.
  • In Australia un programma in corso da 20 anni ha permesso di riportare in natura 26 diavoli della Tasmania.

Bisogna liberare gli animali in luoghi sicuri

Come fanno i castori a lavorare alle loro dighe, se i fiumi sono stati “intrappolati” in argini artificiali o se ci sono strade pericolose che corrono lì di fianco? Come fanno i bisonti a muoversi in libertà senza invadere terre coltivate se non hanno abbastanza praterie e foreste a disposizione?
Il problema è che nella scomparsa degli animali molto spesso c’è lo zampino, anzi la zampata, del genere umano… inquinamento, trasformazione degli habitat, caccia e così via, fino al cambiamento climatico. Quando si cerca di riportare gli animali in un territorio, allora, un passaggio fondamentale è renderlo sicuro e creare spazi adatti. Per fare questo serve che tutti collaborino: i singoli Paesi, le organizzazioni internazionali, le comunità locali.

Proteggere gli animali e la biodiversità è una missione importantissima. Per saperne di più puoi leggere la scheda dell’Obiettivo 15 dell’Agenda 2030.