
Oggi si va al parco, tutti insieme!
“Sofia, Ricky!” “Gaiaaa!” E sono urla, risate, mentre ci si affolla intorno al castello, si scivola e si dondola… siamo al parco giochi!
C’è un gruppo di compagni di classe che seguono con le dita il percorso di un labirinto su un grande pannello colorato. Qualcuno lì vicino si diverte a suonare prima un campanello e poi un gong. Più in là una bambina scatta; il suo amico la raggiunge al “gira-gira”, la giostrina rotante dove entra con la sua sedia a rotelle e si sistema in posizione sicura accanto a lei.
Un altro gruppetto gioca in una sabbiera con vasche ad altezze diverse: qualcuno è dentro, qualcun altro fuori, ma tutti sono lì con le mani nella sabbia.
Nessuno rimane in disparte!
Finalmente in Italia sta cambiando qualcosa: ci si impegna sempre di più per realizzare cose che tutti possono usare e luoghi dove tutti possono andare, nessuno escluso. In Lombardia, per esempio, nel 2021 nasceranno più di 100 parchi giochi “per tutti”: si tratta di parchi già esistenti che verranno migliorati e di altri completamente nuovi.
Vuoi saperne di più?
- Regola numero 1: tutto deve essere raggiungibile
- Facciamo qualche esempio di giochi per tutti
- Quanti parchi ben attrezzati ci sono in Italia?
La cosa più bella è giocare insieme

Un parco per tutti, chiamato anche parco inclusivo, non è un parco giochi fatto apposta per qualcuno. È proprio il contrario: è un parco che accoglie tutti senza distinzioni, perché tu, il tuo compagno e la tua compagna potete avere bisogni diversi, ma di sicuro avete un grande bisogno in comune: giocare e divertirvi.
Anzi, è un vostro diritto, come ti abbiamo raccontato in questo articolo.
I giochi non bastano: devono essere accessibili
Forse nel tuo parchetto ci sono giochi all’altezza giusta per tutti o un castello con le scale da una parte e una salita (rampa) dall’altra. Ma guarda con attenzione: questi giochi possono davvero essere raggiunti da tutti?
La regola d’oro di un parco per tutti è che ci si arrivi bene, senza difficoltà. Per esempio percorrendo un bel vialetto piatto o al limite con leggere discesine o salitine. È ancora meglio se il vialetto e gli spazi intorno ai giochi sono fatti con quella specie di gomma su cui quasi si rimbalza. Niente gradini, niente paletti che rendono più stretti i passaggi; niente tratti d’erba o di ghiaia che possono ostacolare le ruote di una sedia a rotelle, della carrozzina di un bebè o anche le gambe di un nonno un po’ traballino. Ecco che cos’è l’accessibilità!
Quali giochi sono inclusivi?
La risposta è semplice: i giochi inclusivi sono quelli facili da usare, quelli su cui si sta comodi e quelli su cui si può salire insieme agli amici, non soltanto da soli. Ecco qualche esempio:
- quelle belle altalene fatte a nido, larghe e accoglienti, dove si sta in due o tre;
- le giostrine rasoterra e con lo spazio per fissare una sedia rotelle;
- i castelli con le rampe o altre costruzioni in cui si entra e si gioca senza dover salire o scendere dei gradini;
- i pannelli e i giochi che coinvolgono i sensi: non solo la vista, ma anche il tatto e l’udito;
- giochi in cui tutti possono avvicinarsi comodamente e toccare e annusare elementi naturali, come acqua, sabbia, terra, piante.

In un parco inclusivo inoltre sono molto importanti le aree relax, dove si possa stare tranquilli e fare una pausa se c’è troppa confusione.
Anche dentro castelli, galeoni e altre grandi strutture ci dovrebbero essere dei punti in cui chi ne ha bisogno può fermarsi un attimo senza ostacolare il passaggio degli altri.
E non dimentichiamoci di mamme, papà, baby sitter e nonni: chi accompagna i bambini deve avere lo spazio per stare vicino a loro in modo che possano giocare in tutta sicurezza.
Viva le associazioni!
Nel 2010 i parchi inclusivi in tutta Italia erano solo 4, oggi sono 74. Un buon risultato, ma ancora non basta. Soprattutto considerando una cosa: i parchi che hanno già qualche gioco adatto a tutti sono qualche centinaio ma mancano i percorsi e le pavimentazioni, cioè l’ABC dell’accessibilità.
Questi numeri non sono frutto di una ricerca di qualche ministero o altre istituzioni dello Stato. Li hanno raccolti due mamme, fondatrici dell’associazione Parchi per Tutti. Sì, perché è vero che molti Comuni si sono messi in azione, ma gran parte del merito va proprio al lavoro di associazioni e gruppi di genitori che combattono per il diritto al gioco. Questo ci fa capire quanto è importante l’azione dei cittadini, la loro capacità di iniziativa: tante volte bisogna darsi da fare, non si può aspettare la pappa pronta!
I parchi inclusivi rispondono all’Obiettivo 10 dell’Agenda 2030, ma anche a un punto preciso dell’Obiettivo 11: l’accesso universale (cioè per tutti) agli spazi verdi delle nostre città.
Sul sito dell’associazione Parchi per Tutti trovi un elenco aggiornato dei parchi inclusivi in tutta Italia.