Missione API 20.5: bombe di semi sulla città!

Missione API 20.5: bombe di semi sulla città!

19 Maggio 2021 0 Di Giorgia

Care Ventitrentiane, ci siete?
Sìiiiii!
Cari Ventitrentiani, e voi?
Sìiiiii!

Tutti pronti per la Missione API 20.5? Bombardiamo la città! Munizioni a portata di manooo?!
Nooooo! Quali munizioni, quale missione? Ma se con Pier abbiamo appena parlato della bellezza della PACE!

Ehm, giusto. Brave, bravi! Pensate sempre con la vostra testa, non fate quello che vi dice il primo che passa per strada! Però io non sono la prima che passa per strada, un po’ ci conosciamo, dai… Vediamo se riesco a farvi cambiare idea. Perché manca solo un giorno ed è davvero fondamentale partecipare alla Missione API 20.5!

Partiamo dal nome: in qualche film avrete visto che i nomi delle missioni significano sempre qualcosa di misterioso… Provate a indovinare. API cosa vorrà dire? Armati Principianti Imbranati? Alunni Piccole Iene? Affamati Puzzoni Incredibili?
No, è tutto molto più e semplice!

API vuol dire:

pexels pixabay 144252

Ok, API vuol dire api.
E 20.5? L’avete già capito: 20 maggio! Perché il 20 maggio è la Giornata Mondiale delle Api! Abbiamo già parlato dell’importanza di questi piccoli esserini per l’intero pianeta, e quindi anche per noi stessi (vedi articolo sotto).
Ma a questo punto vi chiederete: che cosa c’entrano le bombe con le api?

Chi vuol partecipare alla Flower Bomb Challenge?

Le bombe di cui parliamo oggi sono bombe al contrario: non uccidono ma fanno nascere nuova vita, quando esplodono non fanno male a nessuno, ma spargono semi. Come mai? Perché le bombe di semi non sono altro che delle piccole palle di terriccio, argilla e semi. Non serve metterle sottoterra: basta lanciarle, e poi l’acqua della pioggia il sole faranno il resto: scioglieranno l’argilla e il terriccio e trasformeranno i semi in fiori.

foto di congerdesign da Pixabay


Dal 20 al 23 maggio l’associazione Slow Food ha indetto in tutta Europa la Flower Bomb Challenge (La sfida con le bombe di fiori – devo riconoscere che “le bombe di fiori” dell’inglese sono più poetiche delle nostre “bombe di semi”, non trovate?): si tratta di un bombardamento delle città in onore delle api, per fornire loro nuovi fiori da cui succhiare il nettare e su cui posarsi. Partecipiamo anche noi?!!

Per partecipare alla Challenge ovviamente servono le munizioni, cioè le bombe. E dove le troviamo? Si possono anche comprare, ma la soluzione di gran lunga più divertente è fabbricarle con le nostre mani!

Per fare una bomba di fiori (o una bomba di semi) ci vuole…

Cominciamo dagli ingredienti. Per fare le bombe ti serve:

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Semi

Semi di fiori di prato
o del tuo giardino.
Li puoi anche comprare in un negozio di giardinaggio.

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Terriccio

Lo trovi ovunque, anche al supermercato. Controlla che sia senza torba.

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Argilla in polvere

Puoi trovarla… in erboristeria!

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Acqua

Qui è facile: basta aprire il rubinetto!

Una raccomandazione: i semi dovrebbero appartenere a fiori già presenti nella tua zona: non va bene introdurre specie nuove che potrebbero rubare terreno a quelle già presenti. E poi le api cercano i fiori a cui sono abituate e potrebbero ignorare le specie che non conoscono!
Vanno benissimo semi di papaveri e girasoli ma anche semi di zucca, trifoglio (e, perché no, quadrifoglio), basilico, bocche di leone.

Come fare una bomba infallibile

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Mescola

In una ciotola mescola 1 cucchiaio di semi + 5 cucchiai di terriccio + 2 cucchiai di argilla in polvere.

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Impasta

Aggiungi un po’ d’acqua e impasta tutto con le mani. Se è troppo umido aggiungi terriccio, se è troppo secco aggiungi acqua.

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Fai le polpette

Crea delle piccole polpette con le mani, come nella foto sopra a sinistra.

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Lascia asciugare

Fai asciugare le polpette al sole finché non diventano dure. Possono servire anche due giorni: io per esempio farò le mie bombe il 20 e andrò a spararle nel fine settimana.
Puoi usare un vassoio o i contenitori delle uova, in modo da tenerle separate.

Se avete preparato le vostre bombe di semi, fotografatele insieme agli ingredienti e mandatele ai social di Ventitrenta!

Azione… e soddisfazione!

Ora che siamo armati fino ai denti, possiamo passare all’azione. Possiamo deporre le bombe in un angolo spoglio del nostro giardino, oppure in un vaso sul balcone, oppure andare in giro e lanciarle in prati lasciati a se stessi, in un parco, in un’aiuola secca, insomma, in qualsiasi luogo pubblico un po’ triste e arido.

L’importante è che il luogo scelto non sia troppo riparato dall’acqua o dal sole. Dentro la loro bomba, i semi saranno al sicuro da uccelli o altri animali fino a quando non metteranno la testa fuori. Se vedete che non piove mai, fate una ricognizione e bagnate un po’ le vostre bombe.

Dopo due o tre settimane, tornate dove avete sganciato le vostre bombe e scoprite che cosa è successo! Resterete sorpresi dell’esplosione del vostro piccolo ordigno!

Ma chi è che si è inventato i “bombardamenti di fiori”?

In realtà le bombe di semi sono antichissime; per esempio le usavano gli antichi Egizi quando seminavano dopo la piena del Nilo, per proteggere i semi dalla troppa umidità.
Il primo a usarle ai nostri tempi è stato un saggio (filosofo) e studioso delle piante (botanico) giapponese. Il suo nome era Masanobu Fukuoka. Secondo il saggio Masanobu gli agricoltori combinavano dei gran guai, oltre a usare pesticidi e sostanze che fanno male alla natura e a tutti noi. Per questo sosteneva l’agricoltura del non fare: non zappava, non arava i campi e seminava appunto con il metodo delle nostre bombe. Che ve ne pare?
Vi dico, perché mi piace moltissimo, il titolo del suo libro più importante: La rivoluzione del filo di paglia. Qualcosa di piccolo, insignificante e fragile che fa una rivoluzione. Bello, vero?

Per finire, volete un’anticipazione di quello che potrebbe succedere? C’è qualche ape in giro che si sta già leccando i baffi.

Dite che ne vale la pena? Secondo me sì! Ma di bellissimi fiorellini come questi vi parlerò la settimana prossima. Vi aspetto!

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