Storie horror scritte in “codice” CAA: brividi per tutti nella II A, nessuno escluso!

Storie horror scritte in “codice” CAA: brividi per tutti nella II A, nessuno escluso!

20 Maggio 2021 0 Di Micaela

Ciao ragazzi, ciao ragazze, 
la settimana scorsa vi abbiamo portato insieme a noi a conoscere le classi 1a D e 1 a E del mitico prof Triolo, che sono impegnatissime a cercare di conquistare la bandiera verde di Eco-Schools.
Beh, sappiate che ci abbiamo preso gusto a entrare nelle vostre aule, girare tra i banchi, conoscervi, farci raccontare che cosa fate per “cambiare il mondo”. 
Alla fine, tiro sempre un bel respiro di sollievo: con quelle vostre fantastiche testoline pensanti, il Pianeta è in ottime mani!

Quindi ho deciso questa volta di far parlare voi. Anzi, più che “parlare”, di mostrare che cosa fate, perché il bello è proprio questo: senza troppi paroloni, voi FATE!

Dal racconto horror… al fotoromanzo in CAA

Dopo il prof hipster, è il turno della prof strega. Chioma riccia e fiammante, gonnelloni fino ai piedi, e qualche volta pure stivaletti rossi. Ma tranquilli, è una strega buona, come la Strega del Nord del Mago di Oz: ha due occhi limpidi come un laghetto di montagna e un sorriso grande che ti mangia, come quello dei personaggi di Miyazaki.

Insegna nella sua classe di apprendisti streghette e streghetti… ma shhhh, nessuno lo sa, sono travestiti da normalissima classe di 2a media alla Scuola Aldo Moro dell’Istituto Comprensivo di Como-Prestino.

Comunque, dicevamo: da buone streghette e streghetti, adorano i RACCONTI HORROR, tanto che in classe ognuno di loro ne ha scritto uno. Il bello delle storie horror, si sa, è raccontarsele per spaventarsi a vicenda! E così si sono messi a leggerli tutti… ma: come si fa con quello di Fede? Fede il suo l’ha scritto in CAA*, una lingua speciale fatta di parole e simboli insieme, perché Fede, più che di sentirle, le parole ha bisogno di “vederle”. 

«Non possiamo mica perderci il racconto di Fede!» hanno pensato tutti. «Simpatico com’è, chissà che storia divertente sarà venuta fuori!»

E così, giù tutti a imparare come funziona questa nuova lingua per gustarsi meglio il racconto di Fede. Anzi, per farlo capire più facilmente a tutta la scuola, hanno avuto un’idea geniale: perché non aggiungerci delle immagini e trasformarlo in un fotoromanzo con tanto di set e attori?!

DETTO FATTO, eccolo qui!

Inclusione è apprendere tutti, insieme

Non so voi, ma io sto ancora ridendo per il lupo peluche! E i ragazzi ci hanno preso così gusto che hanno voluto anche provare a TRADURRE alcuni racconti in CAA, con l’aiuto di Fede. Non è mica stato facile, perché questa lingua speciale ha un sacco di regole del NON: non devi usare nomi o concetti astratti, ma spiegare in concreto che cosa significano, non devi usare frasi complesse (con le relative per esempio), non puoi usare gerundi o participi… Insomma, devi essere il più SEMPLICE possibile. Per esempio: 

NON SCRIVERE:MA:
I ragazzi che sono seduti sul muretto sono i migliori amici di Simone e lui gioca con loro volentieri
Alcuni ragazzi simpatici sono seduti sul muretto.
Questi ragazzi sono simpatici e divertenti perché fanno sempre scherzi. 
Questi ragazzi sono i migliori amici di Simone. 
Simone gioca sempre con questi ragazzi. Quando sono insieme corrono, saltano, giocano a calcio e a nascondino .

Non è così facile il lavoro che hanno fatto i ragazzi della II A, vero? Ma è stato anche molto divertente e, cosa più importante, tutti hanno imparato qualcosa: Fede delle parole nuove, i suoi compagni a scrivere in modo semplice ma non banale, tutti quanti a formattare il testo in modo chiaro, a trovare le immagini più adatte per farlo capire meglio, preparare il setting per le foto… (e senza accorgersi si sono fatti dei begli esercizi di grammatica, mi sussurra in un orecchio la prof Cava). 
Sapete come si definirebbe un’esperienza come questa in “didattichese” (la lingua segreta che i prof parlano tra loro quando non li sentite)?

Io però il didattichese non lo conosco bene, quindi preferisco lasciare la parola ai nostri amici della II A!

La parola ai ragazzi!

Da Fede ho imparato a imparare. (Miriam)

Miriam non ci dice che cosa ha imparato, ma non è questo l’importante. Tradurre i racconti in CAA non è stata un’esperienza fatta “per Fede”, ma per tutti: ciascuno ha dato il suo contributo e tutti ne sono usciti conoscendo qualcosa in più che prima non sapevano. 

Ho imparato a scrivere e dialogare in modo diverso, ho imparato che farmi capire mi rende felice.” (Nico)

Se impari a comunicare non ti senti solo e non fai sentire nessuno solo.  (Gaia)

Eh sì, la comunicazione è a due sensi: dall’altra parte c’è sempre qualcuno. Cercare di farsi capire e di capire non è un “favore” che fai all’altro… è uno scambio che arricchisce anche te e non ti fa sentire solo. E a scuola si impara a crescere anche da questo punto di vista.

Siamo stati portati in un mondo nuovo e l’abbiamo esplorato (Morgan) 

La sfida è proprio questa: non trascinare a tutti i costi qualcuno nel proprio “mondo”, come se fosse quello “giusto”, ma costruirne insieme uno nuovo, in cui si possa entrare tutti insieme. Non è il mondo di Morgan, né di Gaia, né di Davide, e non è nemmeno quello di Fede: è il mondo di tutta la II A.

Uno sguardo che accoglie 

Mi sembra giusto, però, sentire anche che cosa ci dice la prof Cava visto che è lei che ha organizzato tutto. La “magia”, mi dice, è semplice:

È una questione di sguardo.

Ragazzi, fatelo l’esperimento. Quando un adulto vi guarda, qual è il fumettino che vedete uscire dalla sua testa? Quello a destra o quello a sinistra?

Credo proprio di non dovervi spiegare la differenza.
L’inclusione è valorizzare la ricchezza delle diversità: quelle di tutti.

*Ma che cos’è la CAA?

CAA è una sigla che sta per Comunicazione Aumentativa e Alternativa… nome difficile, eh? Le storie in simboli, come quella che avete visto nel video, sono solo un pezzetto della CAA, che comprende tanti modi di comunicare “alternativi” (cioè diversi) al linguaggio parlato, per aiutare le persone che, per esempio, hanno problemi di udito o altri tipi di disabilità.
Ecco alcuni esempi di frasi scritte in CAA:

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