Aree protette, parchi, riserve: diverse sfumature di verde

Aree protette, parchi, riserve: diverse sfumature di verde

4 Novembre 2021 3 Di Micaela

Ciao ragazzi, ciao ragazze, 
mentre intorno ci circondano i colori dell’autunno e il cielo è sempre più spesso grigio e basso, io sento un po’ di nostalgia del verde brillante dei prati… sarà per questo che oggi ho deciso di partire dall’Obiettivo 15 – Vita sulla terra!

Non credo sia un caso che l’abbiano colorato di verde: il verde fa subito pensare all’ambiente, alla natura, alle foreste, all’ecologia. E poi, si sa, il verde è anche VERDE SPERANZA. Ecco perché voglio parlarvi della parte “bella” dell’Obiettivo 15, quella che, una volta messo a fuoco il problema, indica la soluzione

L’Italia delle aree protette

Per PROTEGGERE la vita sulla terra (ma anche quella dei laghi, dei fiumi, dei mari, come vedremo) uno dei modi più semplici è creare, appunto, delle aree naturali “PROTETTE”. Ma protette da quale minaccia? In che modo?

Le minacce

Queste aree hanno bisogno di essere protette… da noi! Siamo noi esseri umani la minaccia principale per l’ambiente: molte nostre attività, infatti, possono danneggiare gli ecosistemi presenti su quel territorio. Non parlo solo delle minacce più gravi come la caccia, il disboscamento o la cementificazione, ma delle conseguenze che ha la nostra stessa presenza: nella nostra vita quotidiana, infatti, produciamo inquinamento sonoro e luminoso (cioè facciamo troppi rumori e teniamo accese troppe luci che possono disorientare e disturbare molti animali), inquiniamo l’aria con i riscaldamenti delle nostre case e delle nostre auto, consumiamo le risorse del territorio (per esempio l’acqua e il suolo che “occupiamo”) e produciamo rifiuti.

Una soluzione

Per proteggere gli ecosistemi di queste aree sono state create delle LEGGI apposta. Queste leggi decidono che cosa si può fare o non si può fare; e, se si può fare qualcosa, come deve essere fatto. Per esempio:

  • chi può entrare in quell’area e chi no: in alcune zone possono entrare solo gli scienziati per motivi di studio; in altre zone anche i visitatori, ma rimanendo sui sentieri segnalati e solo accompagnati 
  • se si può coltivare, allevare, raccogliere i frutti del sottobosco, tagliare la legna: per esempio, in alcune zone l’agricoltura è permessa, ma solo se è biologica 
  • se si possono costruire strade e case (e, nel caso, come devono essere fatte per rispettare l’ambiente)

Prima di conoscere più da vicino queste aree protette, vediamo alcuni dati più generali:

in Italia ci sono ben 871 aree protette, che comprendono aree terrestri, lacustri, fluviali, marine

le aree naturali protette occupano il 10% del territorio italiano (cioè 1 decimo, la decima parte)

comprendono parchi nazionali e regionali, riserve naturali statali e regionali, aree marine protette.

Delle aree marine e dell’Obiettivo 14 – Vita sott’acqua vi parlerò un’altra volta; in quest’articolo parleremo invece dei parchi e delle riserve naturali. Parchi e riserve sono sempre citati in coppia, tipo Cip e Ciop… ma alla fine mi sono accorta che nemmeno io sapevo bene la differenza! E quindi sono andata a documentarmi.

I parchi naturali: un legame tra uomo e ambiente

I parchi naturali sono le aree protette più estese. Comprendono ambienti unici da un punto di vista naturalistico, per gli animali e le piante che ci vivono. Alcune di queste specie sono così caratteristiche di un determinato parco che vengono scelte come logo (cioè simbolo) di quel parco. Guardate qualche esempio:

In molti casi, però, i parchi proteggono anche aree che hanno un valore paesaggistico e culturale. Vuol dire che nascono anche per conservare il legame che si è creato nella storia tra questi luoghi e le popolazioni che ci vivono, dando importanza anche agli aspetti “antropici”, cioè legati alla presenza dell’uomo… naturalmente, solo se si sono sviluppati (e continuano a farlo) in armonia con l’ambiente! All’interno dell’area dei parchi, infatti, spesso rientrano interi paesi e comunità, che da secoli abitano sul quel territorio e hanno sviluppato tradizioni legate a esso. E poi sono frequentati ogni anno da tantissimi turisti.

ALT! Di qui non si passa

Proprio per la presenza di tutti questi aspetti, i parchi più grandi (quelli nazionali) sono stati suddivisi in zone diverse, che hanno diversi “gradi” di protezione:
ZONA A: è il “cuore verde” del parco, quello più prezioso. Qui l’unico scopo è conservare l’ambiente così com’è, quindi entrano solo studiosi e scienziati 
ZONA B: non si può trasformare né modificare in nessun modo l’ambiente; qui sono permesse solo attività tradizionali come la pastorizia o la raccolta dei frutti del bosco, ma solo se sono fatti in modi che non disturbino gli ecosistemi
ZONA C: in queste zone sono compresi i paesaggi in cui natura e uomo si sono incontrati in armonia, che sono stati modellati nel tempo dalle attività umane tradizionali, come l’agricoltura, la pastorizia, l’artigianato (ma sostenibili!)
ZONA D: sono le aree più antropizzate, dove ci sono anche attività turistiche e dove si concentrano gli insediamenti, gli impianti agricoli ecc… che devono però seguire regole precise per non danneggiare l’ambiente.

In Italia ci son ben 24 parchi nazionali:
come estensione, rappresentano da soli la metà delle aree protette

I parchi regionali sono 134

Le riserve naturali: aree “riservate” alla natura

Le riserve di solito sono aree più limitate rispetto ai parchi (possono anche essere “dentro” un parco), in cui vivono una o più specie di animali o di piante che meritano particolare protezione perché sono importanti per conservare la biodiversità
Per darvi un’idea della ricchezza di biodiversità che abbiamo in Italia, pensate che nel nostro Paese vivono:

il 30% (un terzo!) delle specie animali presenti in Europa = 58.000 specie

il 50% (la metà!) delle specie vegetali presenti in Europa = quasi 7000

Lo scopo delle riserve è conservare queste specie, quindi hanno regole molto più restrittive rispetto ai parchi. Anche in questo caso esistono riserve di tipo diverso: dalla riserva integrale, dove l’ecosistema viene lasciato del tutto libero di evolversi naturalmente (ed è vietato l’accesso ai visitatori) a quelle orientate, dove i visitatori possono accedere ma in modo controllato.

In Italia ci sono:

147 riserve statali
365 riserve regionali

Un momento: 24 parchi nazionali + 134 regionali + 147 riserve statali + 365 riserve regionali… non fa 871! Già, perché mancano all’appello non solo le aree marine protette, ma anche altri tipi di aree come, per esempio, le oasi del WWF.
E il discorso non finisce qui: ci sarebbe molto da dire anche sulle zone umide, sui siti della Rete Natura 2000… insomma, vi do appuntamento per il prossimo articolo!