
Pronti? Prendete maschera e boccaglio e via! Seguiteci in questa immersione alla scoperta del magico mondo del mare e delle forze oscure che lo minacciano…
Sembra un’avventura fantastica e invece è tutto vero. L’Obiettivo 14 dell’Agenda 2030 si propone di proteggere la vita sott’acqua in tutte le sue forme: non solo i pesci ma anche le alghe, l’invisibile plancton e i sempre-più-pallidi coralli. Scoprirai che sotto la superficie del mare c’è un universo in pericolo, e che il suo destino è anche il nostro destino.
Chi sono i nemici del mare?
I “cattivoni” di questa storia, che continuano ad attaccare il pacifico mondo del mare, sono tre: la pesca, l’inquinamento e la plastica. Ma chi è che pesca, chi è che inquina e produce la plastica? Facile, sono gli esseri umani. Quindi la verità è che gli oceani hanno un unico, vero nemico: l’uomo (inteso come insieme di tutte le donne e gli uomini: eh sì, ragazze, ci siete in mezzo anche voi!).
Ma noi vogliamo essere amici del mare! Scopriamo allora una a una le tre grandi minacce alla vita sott’acqua per combatterle ed eliminarle.

Non usare sacchetti di plastica, così contribuirai a mantenere il mare pulito; raccogli i rifiuti sulla spiaggia.
VUOI SAPERNE DI PIÙ?
- Nemico del mare numero 3: la pesca.
- Nemico del mare numero 2: l’inquinamento.
- Nemico del mare numero 1: la plastica.
- Buone notizie: qualcosa stiamo facendo…
- Le promesse dell’Agenda 2030.
Ci sono pescatori buoni e pescatori cattivi?
Forse non te lo aspettavi, ma la risposta è SÌ, ci sono anche pescatori buoni. Per capire quali sono i buoni e quali i cattivi, andiamo indietro nel tempo. Il mare ha sempre aiutato noi esseri umani, fin dalle epoche più antiche: è stato una “strada” per raggiungere terre lontane, una specie di termosifone per riscaldare i lunghi inverni e un ventilatore per l’estate (come sai, al mare d’inverno fa più caldo e d’estate più fresco), ma soprattutto una grande riserva di cibo. L’uomo pesca da sempre per nutrirsi. Il pescatore che va in mare con la sua barchetta e pesca il pesce per la sua famiglia o anche per venderlo al suo villaggio non dà fastidio al grande mare: questa è la pesca sostenibile. D’accordo, i poveri pesci fanno una brutta fine, ma un pescatore come questo è un po’ come un grosso pescecane che ingoia altri pesci più piccoli, insomma, si inserisce naturalmente nella vita del mare. È un pescatore “buono”.
Purtroppo però molte volte gli esseri umani sono ingordi, non si accontentano, vogliono sempre di più. E così ecco che i pescatori hanno cominciato a usare barche sempre più grandi e a pescare sempre più pesci. Così tanti che alcune specie, come il tonno rosso, rischiano di finire (di “estinguersi” dovremmo dire). Questa è la pesca intensiva, il nemico numero 3. E questi sono i pescatori “cattivi”. I più cattivi di tutti, poi, sono i pescatori che buttano una rete sul fondo del mare, la trascinano e prendono tutto quello che ci rimane impigliato dentro: pesci che mangiamo e pesci che non mangiamo, alghe, coralli ecc. La pesca a strascico (così viene chiamato questo modo di pescare), oltre a catturare moltissimo pesce, rovina il fondale, che è la casa di molte specie marine.
L’acqua del mare sta diventando calda e acida. Che cosa significa questo?
Ed eccoci al nemico numero 2: l’inquinamento. Le automobili, le fabbriche, il riscaldamento delle case producono tanta anidride carbonica. Questa si accumula nell’atmosfera facendo aumentare la temperatura sulla Terra (lo spieghiamo bene nell’Obiettivo 13). E tutto questo cosa c’entra con gli oceani?
- Anche l’acqua del mare diventa sempre più calda, troppo calda per alcune specie di viventi. Per esempio il fitoplancton (ma fra noi possiamo dire semplicemente plancton), un insieme di esserini minuscoli ma importantissimi per la vita di tutto il Pianeta perché producono metà dell’ossigeno che respiriamo e assorbono tanta dell’anidride carbonica presente nell’atmosfera.
- Il mare assorbe l’anidride carbonica, e questo è un bene per l’aria ma un male per l’acqua, che diventa acida, troppo acida per alcuni pesci, alghe e coralli. Pensa che, proprio a causa dell’acidificazione delle acque, i coralli stanno perdendo il loro bel colore rosso: alcuni sono più “pallidi”, altri si sono sbiancati completamente.
Il nemico numero 1 del mare è la plastica
Ed eccoci al nemico più pericoloso per la vita sott’acqua: la plastica. Purtroppo nel mare ce n’è tantissima, e ha raggiunto anche gli angoli più lontani del Pianeta. Pensa che in mezzo all’oceano, a chilometri e chilometri di distanza dalla terraferma, ci sono delle vere e proprie isole tutte fatte di rifiuti di plastica galleggianti. La più grande di queste isole, nell’Oceano Pacifico, è grande tre volte la Francia!
Ma come ci arriva tutta questa plastica in mare?
- In parte la buttiamo direttamente noi: per esempio, se lasciamo una bottiglietta sulla spiaggia, prima o poi arriva un’onda che se la porta via;
- in parte deriva dalla spazzatura che viene scaricata nei fiumi e nel mare ILLEGALMENTE.
La plastica è molto pericolosa per pesci, tartarughe, molluschi: le varie specie marine rimangono intrappolate in sacchetti, vecchie reti; oppure ingoiano un pezzo di plastica scambiandolo per un pesce e poi rimangono soffocate… Ma non finisce qui: la plastica, con il tempo, si rompe in pezzi sempre più piccoli, a volte minuscoli, detti microplastiche. Le microplastiche vengono ingoiate dai pesci, noi peschiamo i pesci… ed ecco che ci ritroviamo le microplastiche nel piatto senza rendercene conto, perché spesso non si vedono! Un bel problema anche per la nostra salute.
Buone notizie: le iniziative per salvare il mare
Negli ultimi anni sono state organizzate molte iniziative per mantenere gli oceani in buona salute. Molte OGN (associazioni di persone che aiutano gratis le persone o il Pianeta) come Legambiente e Greenpeace, che forse hai sentito nominare, ogni tanto promuovono delle giornate per la pulizia delle spiagge: i volontari, con guanti e mascherine, raccolgono i rifiuti portati a riva dalle onde o abbandonati dai turisti.
Inoltre si stanno studiando dei metodi per raccogliere la plastica che si accumula al largo.
Vita sott’acqua: cose da fare entro il 2030
Ecco il promemoria dell’ONU che si trova nella pagina dedicata agli oceani dell’Agenda 2030:
- ridurre l’inquinamento
- impedire ai rifiuti di raggiungere il mare
- creare delle Aree Marine Protette in cui sia vietato pescare
- creare un regolamento per la pesca, in modo da eliminare quella intensiva
- i Paesi avanzati dovranno aiutare i Paesi in via di sviluppo a diffondere nelle persone le conoscenze per sfruttare il mare in modo sostenibile
Nessuno sarà escluso
Tutti gli obiettivi sono legati fra loro, ma l’Obiettivo 14 è proprio inseparabile da: