Il 2 giugno la Repubblica italiana compie 75 anni

Il 2 giugno la Repubblica italiana compie 75 anni

28 Maggio 2021 0 Di Anna

Perché il 2 giugno si sta a casa da scuola e dal lavoro? Perché c’è una grande festa, a cui tutti noi, cittadini italiani, siamo invitati. Anche tu. La festeggiata è la nostra Repubblica, che quest’anno spegne ben 75 candeline. Una nonnetta, insomma.

Tra poco ti racconterò che cosa successe il giorno in cui è nata, quel 2 giugno 1946 in cui gli italiani decisero che era ora di cambiare le cose e governarsi da soli.
Ma prima vediamo insieme qual è il programma della Festa della Repubblica a Roma, la nostra capitale.

La giornata inizia con l’omaggio al Milite Ignoto da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Per caso hai detto: “Il milite chi?”. Io provo a rispondere alla tua domanda, anche se la vera verità è che… è ignoto, cioè sconosciuto! Si tratta di un soldato caduto durante la Prima guerra mondiale e non si sa chi sia: per questo è il simbolo di tutti coloro che sono morti in guerra per la patria. Il suo monumento si trova all’Altare della Patria e ogni anno, il 2 giugno, il presidente della Repubblica gli porta una corona di alloro. 

La tomba del Milite Ignoto all’Altare della Patria a Roma

Poi si suona l’inno nazionale (Frateelli d’Itaalia, l’Itaalia s’è deesta…), quindi i dieci aerei della pattuglia acrobatica dell’Aeronautica militare attraversano i cieli di Roma lasciando scie rosse, bianche e verdi, come i colori della nostra bandiera. Non c’è bisogno di presentazioni: sono le frecce tricolori. (Forse però non sai che sono la pattuglia acrobatica più numerosa al mondo!) Purtroppo sembra che quest’anno la loro esibizione salterà per evitare assembramenti…
E poi i festeggiamenti proseguono tutto il giorno, con sfilate, concerti e chi più ne ha più ne metta.

Le frecce tricolori sopra il Colosseo

Ma cerchiamo ora di capire perché questa giornata è una festa per tutti noi.

Vuoi saperne di più?

Dopo la guerra l’Italia è uno Stato da ricostruire

Fin da prima della Seconda guerra mondiale, una bufera si era abbattuta sullo Stato italiano: la dittatura fascista aveva governato in modo autoritario, controllando ogni aspetto della vita dei cittadini, violando e cancellando molti dei loro diritti fondamentali e delle loro libertà, e come se non bastasse, aveva trascinato il nostro Paese in una guerra dalle conseguenze pesantissime.
Passata la bufera, tutto era da ricostruire, a partire dallo stato. Bisognava ritornare alla democrazia, certo, ma in quale forma? cioè, con quale forma di governo?

DITTATURA
DEMOCRAZIA

Monarchia…

L’Italia a quell’epoca era una monarchia, aveva un re. E così era da 85 anni, dal 1861, anno della nascita del Regno d’Italia. Vittorio Emanuele III apparteneva alla casata dei Savoia, che avevano guidato la Penisola verso l’unità nazionale e molti gli erano affezionati.
Il re non aveva tutto il potere nelle sue mani. In Italia c’era infatti una monarchia costituzionale, in cui la legge limitava il potere del sovrano; c’erano un governo, un parlamento. E così fu anche durante il fascismo: Benito Mussolini, capo del Partito fascista, governava nel modo che abbiamo detto prima, e il re era sempre lì… finendo per appoggiare o non impedire provvedimenti molto gravi a danno dei suoi sudditi.

…o repubblica?

La forma di governo alternativa alla monarchia era, ed è, la repubblica. Questa parola è molto bella, viene da un’espressione latina, res publica, che significa “la cosa di tutti”. 
In una repubblica il capo dello Stato non è un sovrano che riceve il potere dal proprio padre e lo trasmette al proprio figlio, bensì un presidente, che viene eletto, cioè votato, direttamente dai cittadini oppure – come nel caso dell’Italia, che è una repubblica parlamentare – dai loro rappresentanti, che siedono in Parlamento.
Il presidente resta in carica per alcuni anni e poi ci sono nuove votazioni. 

La scelta della forma di governo era così importante che venne affidata direttamente al popolo italiano. Il referendum si tenne il 2 e il 3 giugno del 1946. 

Ecco qui la VERA scheda del referendum del 2 giugno 1946.

Il referendum che cambiò l’Italia

Andare a votare quel giorno era importante per più motivi.

  1. Era la prima volta che si votava dopo 22 anni di dittatura fascista.
  2. Era la prima votazione in Italia a suffragio universale, in cui cioè tutti i cittadini maggiorenni (21 anni) potevano votare.
  3. Era quindi la prima volta che anche le donne italiane potevano votare.
  4. Ci sarebbero state 2 schede: non si votava solo per il referendum, ma anche per eleggere i membri dell’Assemblea costituente, cioè le persone che avrebbero scritto la legge fondamentale dello Stato italiano, la Costituzione.

Gli italiani lo sapevano, e risposero numerosi a quello che oggi è a tutti gli effetti un diritto ma anche un dovere. Gli aventi diritto (le persone che potevano votare) erano 28 milioni di persone e i votanti effettivi furono quasi 25 milioni: circa il 90%. Immagina le code fuori dai seggi!

I voti validi furono 23.437.143:

12.718.641 per la repubblica

10.718.502 per la monarchia

La Repubblica ha vinto. È nata la Repubblica italiana. Viva la Repubblica!

Quelli che hai appena letto sono alcuni dei titoli apparsi sui giornali nei giorni successivi al referendum. All’epoca i “titoloni” erano anche più evidenti di come sono oggi, perché gli articoli erano scritti in piccolo, fitti fitti, le foto erano poche, e la notizia principale spiccava. 
In realtà ci volle un po’ di tempo prima di avere il risultato definitivo. L’Italia era molto divisa – il Centro-Nord, che aveva subìto la guerra e le sue conseguenze in modo più pesante, era più a favore della repubblica, il Sud più a favore della monarchia – e ci furono polemicheaccuse di brogli (cioè di irregolarità nelle operazioni di voto), reclami. In un primo momento sembrò addirittura che avesse vinto la monarchia, perché i voti del Sud erano stati conteggiati per primi.
Una volta risolte queste questioni, la repubblica fu proclamata ufficialmente.

Tricolore, inno ed emblema: i simboli della Repubblica italiana

Nel suo articolo sulla Giornata dell’Unità nazionale (vedi sotto), Pier ci ha già parlato e mostrato due simboli che fin dalle lotte per l’unità nazionale rappresentano l’Italia: il tricolore e l’inno. Dopo il 1946 entrambi sono diventati simboli della nostra repubblica. 
Non mi resta dunque che presentarti anche il terzo: lo stemma o emblema che accompagna la scritta “Repubblica Italiana” su tutti i documenti, anche quelli personali, dalla carta d’identità al passaporto. 

È fatto così:

• la stella è da sempre associata alla personificazione dell’Italia, cioè alla sua immagine in forma di donna (nelle statue per esempio): la stella risplende sulla sua testa

• la ruota dentata rappresenta il legame tra repubblica e lavoro che troviamo nel primo articolo della Costituzione: “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro”

• il ramo di ulivo, a sinistra, ci dice che l’Italia vuole la pace, sia al suo interno sia con le altre nazioni

• il ramo di quercia, a destra, rappresenta invece la forza e la dignità del popolo italiano 

Ora conosci tutti i simboli e hai scoperto (o ripassato) com’è nata la Repubblica italiana: puoi festeggiare da cittadino o cittadina consapevole anche il 2 giugno!

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