
“Qui c’è posto”: un letto per chi dorme in strada
C’è un proverbio che dice “Chiusa una porta, se ne apre un’altra”. Significa che, se si perde un’occasione per fare qualcosa, non bisogna scoraggiarsi, ne capiterà di certo un’altra.
È quello che è successo a Roma, non con una porta, ma addirittura con una saracinesca. Gialla per la precisione. La saracinesca è quella del circolo Sparwasser, un luogo di ritrovo per i giovani del quartiere, che organizza tantissimi eventi culturali (ma non solo, come vedrai).
A dire la verità, la saracinesca che si è chiusa e poi si è riaperta è sempre la stessa. Però il proverbio vale comunque, perché è vero che con la pandemia di Covid-19 lo Sparwasser ha perso l’occasione di fare tante cose: ha dovuto interrompere i concerti, le presentazioni di libri e le altre attività che organizzava.
I ragazzi del circolo, anche se a malincuore, hanno abbassato la saracinesca, sapendo che era giusto per proteggere la salute di tutti.
Ma c’era una vocina nelle loro
teste che continuava a bisbigliare,
e non li lasciava in pace…
Finché hanno capito di che cosa si trattava:
persa un’opportunità,
dovevano crearne un’altra.
E così qualche giorno fa la saracinesca dello Sparwasser si è alzata di nuovo, per accogliere non i membri di una band musicale, ma dei senzatetto, persone che vivono per strada (forse li hai sentiti chiamare anche clochard, in francese). Per loro l’inverno è la stagione peggiore, perché di notte il freddo è davvero tanto, ma grazie a questa iniziativa, chiamata “QUI C’È POSTO”, hanno un tetto sopra la testa. E in questo modo anche il circolo rimane “vivo”, perché continua a fare, anche se in modo diverso, una delle cose per cui è nato: avvicinare le persone.
Quindi: BRAVI, RAGAZZI! E bravi anche tutti quelli (e sono tanti) che li aiutano cucinando, sanificando, e donando dei soldi per rendere possibile questo bellissimo esempio di solidarietà.
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«Rimanete a casa» dicono per evitare il contagio da Covid. Ma come fa chi la casa non ce l’ha? Lo spazio dentro il circolo non è enorme, ma i ragazzi sono riusciti a farci entrare 8 letti: 7 per i senzatetto e uno per un volontario che rimane con loro durante la notte, nel caso avessero bisogno di qualcosa. Tutto in sicurezza: i letti sono distanziati e le persone che si presentano vengono prima mandate a fare un tampone, gratuitamente. Quando poi entrano, trovano un pasto caldo, preparato da una rete di volontari, e anche un sacchetto con spazzolino, dentifricio, asciugamano.
Non sono tanti 7 letti, ma sono 7 persone in meno che rischiano di morire di freddo.
Il circolo Sparwasser e l’associazione Nonna Roma
Dite la verità: non avete pensato che questo circolo avesse un nome un po’ strano? È il nome di un calciatore tedesco di tanti anni fa, quando la Germania era divisa in due Germanie: la Germania dell’Ovest e la Germania dell’Est. Erano due Germanie molto diverse tra loro, e c’era una grandissima rivalità tra le due, non solo sportiva. Arrivano i Mondiali di calcio del 1974, e la squadra della Germania dell’Ovest è la grande favorita: “la partita con la squadra dell’Est sarà una passeggiata”, pensano tutti… E invece quel giorno a passeggiare, anzi, a galoppare fino alla porta avversaria è proprio Sparwasser, che segna un gol regalando una vittoria storica alla Germania dell’Est.
Ecco: per i ragazzi del circolo, Sparwasser rappresenta chi ha la forza di lottare contro qualcosa di più grande, che cerca di schiacciarlo perché è troppo diverso da lui. Per loro la diversità non va cancellata, anzi, è una ricchezza. E bisogna avere il coraggio di lottare in nome dei più fragili.
E Nonna Roma?
Una storia di volontariato iniziata nel 2017

Chi è Nonna Roma? Io mi immagino una simpatica vecchietta con i capelli grigi raccolti in uno chignon, la faccia rubiconda, gli occhiali tondi dietro cui guizzano due occhi azzurrissimi, e due braccia forti che quando ti abbracciano quasi ti stritolano. E poi, come tante nonne, cucina benissimo, anzi, prepara la pasta cacio e pepe più buona (e abbondante) del mondo!
Ho lavorato troppo di fantasia? Forse, ma…
Nonna Roma, in realtà, non è una persona, ma tante persone. È infatti il nome dell’associazione creata nel 2017 da un gruppo di ragazzi dello Sparwasser per distribuire cibo e beni di prima necessità (come farmaci, prodotti per lavarsi ecc.) alle famiglie del quartiere che vivono in povertà (vedi anche Agenda 2030, Obiettivo 1). Visto? Non ho sbagliato di molto, in fondo: c’è il cibo, e ci sono braccia forti che donano abbracci.
Quindi, con l’iniziativa “Qui c’è posto”, i ragazzi dello Sparwasser hanno semplicemente continuato quello che avevano già iniziato, perché:
Nessuno si salva da solo
(parola di Nonna Roma)
La solidarietà: un dovere anche per la nostra Costituzione
L’hashtag dell’iniziativa “Qui c’è posto” è #caloreumano. Il freddo che colpisce i senzatetto non è solo quello dell’inverno, ma anche quello degli sguardi che si girano dall’altra parte, facendo finta di niente. L’indifferenza è proprio questo: mancanza di interesse per l’altro. Ma se consideri qualcuno non degno del tuo interesse, è perché, in fondo, pensi che valga meno di te.
La solidarietà, invece, nasce dalla convinzione opposta: che siamo tutti pezzettini dello stesso puzzle, quello dell’umanità, e che dobbiamo prenderci cura uno dell’altro.
Ce lo dice anche la Costituzione.

Costituzione – articolo 2: la parola chiave è “partecipazione”
La parola “solidarietà” è così importante che compare addirittura nell’articolo 2 della nostra Costituzione:
La Repubblica riconosce i diritti inviolabili dell’uomo […] e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Costituzione Italiana – Articolo 2
Nessuno di noi è cittadino da solo, ma all’interno di una collettività, che per funzionare bene ha bisogno della partecipazione di tutti. Ecco perché partecipare non è solo un nostro diritto, ma anche un dovere. Soprattutto, sono “inderogabili” (cioè vanno fatti per forza, non c’è nessuna scusa che tenga) questi doveri:
• la solidarietà politica: significa andare a votare, perché è questo il modo in cui scegliamo le persone che governeranno il Paese, e quindi prenderanno le decisioni che riguardano tutti
• la solidarietà economica: significa soprattutto pagare le tasse. È proprio grazie alle tasse che lo Stato trova i soldi per garantire a tutti i servizi essenziali, per esempio la sanità e la scuola, anche a chi non avrebbe i soldi per pagarle
• la solidarietà sociale verso chi è in difficoltà, di cui deve occuparsi lo Stato ma anche i cittadini, attraverso associazioni e volontariato.
Solo compiendo questi doveri si realizza la prima parte dell’Articolo 2: garantire il rispetto dei diritti umani, per tutti.