
La seconda vita (felice) delle tue scarpe da ginnastica

C’era una volta un paio di scarpe da ginnastica, che avevano saltato alla corda, si erano arrampicate, avevano preso a calci un pallone e fatto a “chi arriva primo” così tante volte che ormai non ce la facevano proprio più.

C’era una volta anche una pallina da tennis, che dopo milioni di rimbalzi e voli da una parte all’altra della rete, ora era tutta spelacchiata e non rimbalzava più bene come un tempo.

E infine, c’era anche la gomma di una bicicletta, che aveva girato e girato per così tanti chilometri su tanti tipi di strada diversi, che era tutta sgonfia e molle.
Si ritrovarono in una specie di cassonetto, al buio, felici di quello che avevano fatto ma anche un po’ tristi perché non avrebbero potuto farlo più. I bambini gli sarebbero mancati. Chiusero gli occhi.
Ma non sapevano che quello era un cassonetto magico.
Quando riaprirono gli occhi, non capirono subito dov’erano: in alto c’era il cielo azzurro e decine di piccole scarpe correvano, saltavano, camminavano sopra di loro facendogli il solletico. E si sentivano tante voci di bambini e ragazzi.
Non avevano più la loro forma di prima: non erano più una scarpa da ginnastica, una pallina da tennis, la gomma di una bicicletta… erano stati trasformati nel “pavimento” di un parco giochi! Sospirarono felici: avrebbero continuato a fare giocare e divertire i ragazzi!
FINE
No, un momento: questa non è una fiaba, e soprattutto non è ancora finita!

Il progetto ESOSPORT: da rifiuti… a risorse!
Quella che vi ho appena raccontato è una storia vera: esiste un progetto, chiamato Esosport, a cui partecipano quasi 90 città di tutta Italia, che vuole regalare una seconda vita a sneakers, palle da tennis e gomme delle biciclette, che di solito finiscono in discarica. Il bello di questo progetto è che pensa a tante cose insieme.
1. Fa bene all’AMBIENTE
Questi oggetti sono fatti in gran parte di plastica e gomma che, come ormai sapete, non sono facili da smaltire o riciclare. Con il progetto Esosport, invece:
1. possono essere lasciati in appositi punti di raccolta (si trovano, per esempio, nelle palestre o nei negozi sportivi: c’è l’elenco sul sito del progetto)
2. da questi oggetti vengono recuperate le parti utili (la suola di gomma delle scarpe, la camera d’aria delle ruote, l’interno delle palline da tennis), che vengono triturate in modo da ottenere dei granuli.
3. questi granuli vengono compattati insieme per formare le piastrelle con cui si fanno i pavimenti antinfortunio dei parchi giochi: quelli morbidi, che sembrano un po’ elastici e su cui si cade senza farsi troppo male.
Ecco un bell’esempio di economia circolare: è un’economia in cui i rifiuti vengono “rimessi in circolo”, cioè recuperati e trasformati in nuove materie prime con cui creare nuovi prodotti (vedi Agenda 2030, Obiettivo 12). In questo modo:
• non si riempiono le discariche di rifiuti
• non si sprecano risorse

Nell’economia circolare (a destra), invece, i prodotti alla fine della loro vita non vengono buttati, ma riciclati: si ricavano così nuove materie prime che rientrano nel ciclo di produzione
2. Fa bene alla SOLIDARIETÀ
Le “piastrelle morbide” ottenute dai granuli vengono donate ai Comuni che aderiscono al progetto e che le usano per risistemare o creare da zero dei parchetti nei quartieri che ne hanno bisogno, o anche negli ospedali, e negli asili. Un rifiuto “privato” diventa così un bene comune per le famiglie, i bambini e le bambine di tutta la collettività.
La prossima volta che ti capita di fare un ruzzolone su uno di questi pavimenti, potresti essere caduto… sulle tue vecchie scarpe da tennis!
Vuoi saperne di più sul progetto?
- Le materie prime… seconde
- I Giardini di Betty e la Pista di Pietro
- Una pallina da tennis può essere “esausta”?
Che cosa sono le materie prime “seconde”?
Le materie prime, lo avrete studiato a scuola, sono le risorse che noi ricaviamo dalla natura e che utilizziamo per produrre quello che ci serve: per esempio il legno, che prendiamo dalle foreste e che usiamo per costruire un mobile.
Nell’economia circolare, però, esiste un altro tipo di materia “prima”, chiamata “seconda” (MPS): suona un po’ strano, vero? Si tratta del materiale che viene recuperato:
• o dagli scarti di lavorazione delle materie prime (per esempio i trucioli che cadono quando si lavora il legno)
• o dai rifiuti, che vengono riciclati
Insomma, in entrambi i casi quello che sarebbe stato un rifiuto viene trasformato in una risorsa: nel caso del progetto Esosport, per esempio, la materia prima seconda sono i granuli che si ottengono triturando la suola delle scarpe.
I due progetti: parco giochi e piste di atletica

I granuli possono seguire due strade:
• o diventare le piastrelle antinfortunio per i parchetti, che vengono chiamati Giardini di Betty (in ricordo della moglie del fondatore del progetto Esosport)
• oppure diventare una pista di atletica, che viene chiamata Pista di Pietro… ma chi era Pietro?
Pietro Mennea è stato un grandissimo velocista italiano, che ha stabilito un sacco di record: pensa che uno, quello dei 200 metri, è ancora oggi il record europeo. La moglie di Pietro ha donato un paio delle sue scarpe, in modo che, simbolicamente, un pezzetto delle scarpe di questo campione sia presente in tutte le Piste di Pietro che si faranno: è un po’ come se Pietro continuasse a correre insieme a tutti i ragazzi e le ragazze come voi che amano lo sport, quello bello, fatto non solo di fatica fisica, ma anche di correttezza, collaborazione e solidarietà.
Una pallina da tennis può essere “esausta”?
Sì, anche se a me è una cosa che ha sempre fatto ridere! Me la immagino tutta sudata, rotolata a terra in un angolo col fiatone… Perché, in effetti, noi usiamo esausto per dire “stanco morto”. In realtà questo aggettivo ha anche un altro significato: si riferisce a quei prodotti che ormai hanno esaurito (consumato del tutto) le qualità per cui svolgevano una certa funzione.
Quindi, non stupirti quando sentirai parlare di pile o olio esausto 🙂
© Shutterstock per tutte le foto (tranne quella di Pietro Mennea © WikiCommons-Sergio Del Grande)
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