
Adesso lo dice anche la Costituzione: l’ambiente va difeso!
Sono passati esattamente 8 mesi dall’8 giugno dell’anno scorso, quando…
“È finita la scuola!“
… Sì, certo, vero. Ma quel giorno, mentre la maggior parte di voi salutava compagni e insegnanti, stava succedendo qualcosa di molto importante anche in Parlamento, il luogo dove si decidono le leggi del nostro Paese: è iniziata una discussione per decidere se inserire la tutela (difesa) dell’ambiente nella nostra Costituzione.

8 mesi fa era solo un disegno di legge (ddl), cioè una proposta, un progetto. Aveva ancora una lunga strada da fare prima di diventare legge a tutti gli effetti: doveva essere analizzato, discusso, e alla fine approvato (più volte) sia dalla Camera dei deputati sia dal Senato, le due “camere” in cui è diviso il Parlamento.
Ma pochi giorni fa, l’8 febbraio, ce l’ha fatta: la riforma è diventata legge!
Il “diritto all’ambiente” entra nella Costituzione
Intendiamoci: non vuol dire che fino a questo momento una persona poteva provocare dei danni ambientali senza essere punita. Esistono tantissime leggi che vietano, per esempio, di abbandonare i rifiuti in giro, di riversare sostanze velenose nei fiumi, che permettono di girare solo alle automobili meno inquinanti ecc.

Ma qui parliamo di scriverlo DIRETTAMENTE NELLA COSTITUZIONE! La Costituzione è la legge fondamentale del nostro Paese, quella su cui si basano tutte le altre leggi. Vuol dire riconoscere che l’ambiente non è qualcosa di secondario ma uno dei valori in cui crede l’Italia. E, soprattutto, che è un DIRITTO di ogni cittadino.
L’ambiente è un BENE di tutti
Di solito si pensa all’ambiente “solo” come a un dovere, un insieme di azioni che bisogna o non bisogna fare: bisogna proteggere gli animali, bisogna salvaguardare la biodiversità, non bisogna distruggere gli habitat…
Tutto verissimo, ma la proposta di inserire l’ambiente nella Costituzione parte da un altro punto di vista, a cui forse non siamo abituati a pensare:
• l’ambiente è un BENE, cioè un insieme di cose preziose: acqua, aria, suolo, natura, biodiversità, energia.
• è un BENE COMUNE, cioè appartiene a ognuno di noi e a tutta l’umanità nel suo insieme
• ognuno di noi ha il DIRITTO inalienabile (cioè che nessuno può togliergli) di avere a disposizione questo bene, anche perché è fondamentale per la nostra SALUTE.
Al cittadino italiano, in poche parole, viene riconosciuto un nuovo diritto, una cosa che gli spetta: il diritto a un ambiente sano, pulito, ricco di biodiversità. Vero che, messa così, si capisce meglio perché è un nostro dovere proteggerlo?

Vuoi saperne di più su come è cambiata la nostra Costituzione?
- Gli articoli modificati: l’articolo 9 e l’articolo 41
- Il delicato cammino di modifica della Costituzione
Che cosa dice di nuovo la nostra Costituzione?
Per inserire la tutela dell’ambiente sono stati modificati due articoli della Costituzione già esistenti (gli articoli sono i vari “punti” in cui è divisa la Costituzione).
Modifica all’articolo 9
Questo articolo è uno dei primi 12 articoli della Costituzione, che vengono chiamati “Princìpi fondamentali” perché sono quelli più importanti, da cui derivano tutti gli altri. Nell’articolo 9, fino a qualche giorno fa, si leggeva:
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Con la modifica, ora c’è un’aggiunta finale:
Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.
Non si parla più solo di paesaggio, cioè di “bellezza” naturalistica da ammirare, ma di ambiente in tutta la sua complessità. È anche la prima volta che nella Costituzione si fa riferimento agli animali. In più si inserisce anche l’idea che l’ambiente è un BENE che dobbiamo “passare” a chi verrà dopo di noi (le future generazioni).
Modifica all’articolo 41
L’articolo 41 è un po’ più difficile, perché parla di economia, cioè dei modi e dei mezzi con cui si producono ricchezza e guadagno. Le parti in neretto sono le modifiche aggiunte:

L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.
Quello che si vuole dire è questo: le imprese e le aziende NON possono cercare di guadagnare attraverso attività che danneggino la nostra salute e l’ambiente (ancora una volta, le due cose vanno di pari passo!) e devono agire anche pensando alle questioni ambientali.
Il lungo percorso di modifica della Costituzione

Il percorso del del iniziale in questo caso è stato ancora più lungo di quello di una legge normale perché riguarda la Costituzione: in essa sono contenuti i valori fondamentali del nostro Stato, conquistati a carissimo prezzo dopo la Seconda guerra mondiale, come il fatto che l’Italia è una democrazia e una repubblica. Per proteggerli, si è deciso quindi di rendere DIFFICILE cambiarli, proprio per evitare che per leggerezza si facciano modifiche che poi si rivelino sbagliate.
In questo caso, però, non abbiamo dubbi: è giusto che l’ambiente sia un diritto fondamentale della persona umana!
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