16 maggio, Giornata mondiale del vivere insieme in Pace

16 maggio, Giornata mondiale del vivere insieme in Pace

16 Maggio 2021 0 Di Pier

Se vi dicessi che nel mondo si combattono ancora un sacco di guerre, ci credereste? Sono convinto, care ventitrentiane e cari ventritrentiani, che fareste una faccia stupita e mi direste che non è possibile. Invece è proprio così.

Noi, ossia gli stessi esseri umani che sono riusciti ad andare sulla Luna e a trovare in meno di un anno un vaccino per il Coronavirus, facciamo ancora un’immensa fatica a vivere tutti insieme in pace.

Anzi, pare che per molti l’unico modo per risolvere i problemi sia ancora quello di imbracciare le armi e spararsi l’un l’altro. Persino quando sembra che si sia vicini a un accordo. Per esempio, è quello che sta succedendo da tanto tempo tra israeliani e palestinesi. Eppure, guardate questa foto:

È stata scattata il 13 settembre 1993, quasi trent’anni fa. Ritrae il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin (a sinistra) mentre stringe la mano al capo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina Yasser Arafat (a destra), di fronte all’allora presidente degli Stati Uniti Bill Clinton. I due politici avevano appena firmato i famosi accordi di Oslo che dovevano porre fine al conflitto arabo-israeliano. E in quel momento la pace tra questi popoli non sembrava più un sogno irraggiungibile.

È difficile spiegare che cosa sia successo dopo, ma è evidente che le cose non sono andate per il verso giusto. Infatti gli scontri non sono mai terminati del tutto e proprio nelle ultime settimane sono ripresi in maniera violenta, con bombe e razzi.

Quello che qui mi interessa farvi comprendere è che non è solo colpa loro. Sì, avete capito bene. Ve lo ripeto a voce più alta: NON È SOLO COLPA LORO.

La pace si costruisce insieme

Ma come?, direte voi. Se questi passano il tempo a farsi la guerra, di chi altro dovrebbe essere la colpa? Be’, lo so che è difficile sertirselo dire, ma la colpa è anche un po’ nostra e di tutti quelli che stanno a guardare senza dire o fare niente. È proprio come quando due nostri amici litigano tra di loro e noi, invece di intervenire e fare da “pacieri”, ci limitiamo a guardare.

La pace, infatti, miei cari ventitrentiani, è una cosa che si costruisce tutti insieme, giorno dopo giorno, collaborando come un’unica comunità di esseri umani che si tengono per mano.

Un giorno dedicato al vivere in armonia

Ed eccoci arrivati al 16 maggio! Oggi, infatti, è la Giornata mondiale del vivere insieme in Pace. È una ricorrenza che è stata stabilita l’8 dicembre 2017 da un documento dell’Assemblea Generale dell’ONU. L’hanno proposta l’Associazione Internazionale Sufi Alawiyya e il rappresentante algerino all’ONU Sabri Boukadoum.

Nel presentare il progetto, Sabri ha sottolineato che nel suo paese convivono una miriade di religioni, tradizioni e lingue diverse, e si è augurato che lo stesso spirito di pace possa essere diffuso in tutto il mondo. È impossibile non essere d’accordo con lui.
Il raggiungimento della pace, poi, è anche uno degli obiettivi più importanti dell’Agenda 2030, il numero 16.

Per celebrare insieme questa giornata, ho pensato di cercare con voi il significato di alcuni dei simboli di pace più diffusi.

VIAGGIO TRA I SIMBOLI DI PACE

La colomba di Pablo Picasso

Partiamo dal simbolo forse più antico, la colomba con il ramoscello d’ulivo, che compare anche sullo sfondo azzurro dell’obiettivo 16. Questo animale rappresenta la pace fin dai tempi dell’arca di Noè. Nel libro della Genesi, contenuto nella Bibbia, si dice infatti che Noè inviò proprio una colomba per scoprire come stesse la terra dopo il Diluvio Universale. L’uccello tornò con un ramoscello d’ulivo nel becco e così lui capì che gli alberi non erano più ricoperti dall’acqua e che si poteva tornare a vivere sulla terraferma.

Ma chi ha reso questo simbolo popolare in tutto il mondo è l’artista spagnolo Pablo Picasso, che nel 1949 ne disegnò uno schizzo diventato poi famosissimo per sostenere il Movimento per la Pace. In pochi mesi la colomba, che a Pablo ricordava quelle viste nella sua infanzia a Malaga, cominciò a comparire su tutti i muri delle città europee e ben presto divenne un segno di riconoscimento per tutti i pacifisti.

Il disegno di Gerald Holtom

Scommetto che molti di voi non sanno chi è Gerald Holtom. Devo dirvi la verità: nemmeno io sapevo chi fosse, finché non sono andato a cercare l’origine e il significato del più famoso e internazionale simbolo di pace.

Esatto! Questo artista inglese è l’autore del cerchio tagliato da tre linee che per tutti quanti è sinonimo di: “Abbasso la guerra!”.

In realtà, però, lui lo inventò nel 1958 in occasione della prima marcia di Aldermaston, una manifestazione organizzata a favore del disarmo nucleare, cioè per convincere tutti i paesi del mondo a rinunciare alle armi nucleari (per esempio la bomba atomica) che tanti danni avevano già fatto durante la Seconda guerra mondiale. Come lui stesso ha raccontato, il simbolo nasce dalla sovrapposizione delle lettere N e D prese dall’alfabeto semaforico, che è quello che si fa con le bandierine, mentre il cerchio rappresenta la Terra. Ovviamente N e D erano le iniziali di Nuclear Disarmament, il “Disarmo Nucleare” che tutti i pacifisti del mondo chiedevano a gran voce.

Per la cronaca, è bene che sappiate che questa battaglia non è ancora stata vinta del tutto. Ci sono ancora nazioni che sono dotate di armi nucleari e che addirittura ogni tanto minacciano di usarle!

La bandiera arcobaleno

Ed eccoci al simbolo che ho messo anche in testa a questo articolo: la bandiera della pace. Immagino che avrai già intuito che i sette colori (viola, blu, azzurro, verde, giallo, arancione e rosso) sono gli stessi dell’arcobaleno, un fenomeno che già molte civiltà antiche consideravano portatore di pace, perché compare in cielo subito dopo un temporale, quasi a ristabilire l’armonia tra tutti gli elementi della natura.

Qual è la differenza tra l’arcobaleno e la bandiera? Bravi! I colori sono invertiti. Nella bandiera della pace i colori freddi sono in alto.

In Italia, questa bandiera è stata utilizzata per la prima volta da Aldo Capitini, fondatore del Movimento Nonviolento, durante la Marcia per la Pace Perugia-Assisi del 1961. Da allora è praticamente impossibile non vederla in ogni manifestazione contro la guerra.

Il sogno di John Lennon e Yoko Ono

Prima di salutarci, voglio parlarvi ancora di un paio di persone e di ciò che hanno fatto per contribuire a diffondere la pace nel mondo. Sono John Lennon, il famoso cantante dei Beatles, e sua moglie Yoko Ono. Loro, in realtà, non hanno inventato dei veri e propri simboli. Però hanno realizzato una manifestazione di protesta davvero importante e divertente e ci hanno lasciato due canzoni di pace meravigliose.

Andiamo per ordine. Nel 1969, John e Yoko erano già molto famosi e, siccome stavano per sposarsi, decisero di sfruttare la curiosità che tutti nutrivano sulle loro nozze per attirare l’attenzione del mondo sulla guerra del Vietnam, chiedendone a gran voce la fine. Per farlo, invitarono un sacco di giornalisti a passare con loro la luna di miele parlando appunto di pace. Affittarono prima una camera in un hotel di Amsterdam e poi ripeterono lo stesso evento a Montréal.

Fotografia di Eric Koch, conservata al Fotocollectie Anefo. (© Wikimedia Commons)

Chiamarono questa forma di protesta non violenta bed-in, che era un modo per dire che si trattava di un’occupazione simile ai famosi sit-in fatti dai pacifisti che andavano a sedersi nei luoghi pubblici. Nel loro caso, però, si svolgeva in un letto (in inglese bed) dietro al quale avevano appeso due simpatici cartelli che recitavano “Hair peace” e “Bed peace”, cioè “pace dei capelli” e “pace a letto”. Sì, erano un po’ due mattacchioni, ma il senso del loro gesto è molto chiaro: volevano un mondo di pace, lo volevano per tutti, e lo volevano subito!

Give peace a chance e Imagine

Quando un giornalista gli chiese cosa credesse di ottenere stando a letto, Lennon rispose : «All we are saying is Give peace a chance», cioè “Tutto quello che stiamo dicendo è: Date una possibilità alla pace“. È così che durante quei bed-in è nata una delle canzoni sulla pace più famose di tutti i tempi.

Due anni dopo, lo stesso John ne scrisse un’altra, che ancora oggi rappresenta un manifesto per tutti quelli che desiderano la fine di ogni guerra. Si intitola Imagine, “Immaginate”. Vi lasciò qui alcuni dei suoi versi nella speranza che ogni tanto, come me, ve li ripetiate per convincervi che la pace non è un sogno, ma qualcosa che possiamo costruire insieme. Facciamolo!

Imagine there’s no countries
It isn’t hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace…

Immaginate che non ci siano nazioni
Non è difficile farlo
Che non ci sia nulla per cui uccidere o morire
E anche nessuna religione
Immaginate tutta la gente
Che vive la vita in pace

Tutte le immagini sono © Shutterstock, ove non diversamente segnalato.