
Ricomincia la scuola! Malala ci ricorda che è un diritto di tutti
Eccoci qui, care Ventitrentiane e cari Ventitrentiani! Devo dirvi la verità, è stata una bella estate, però mi siete mancati. Scommetto che anche voi vi siete divertiti, ma che adesso provate quello strano miscuglio di sensazioni in cui la “nostalgia per il mare” sta vicina vicina alla “voglia di rivedere i compagni” e al terrore di “tornare a scuola”.
Già, LA SCUOLA!!! Questa settimana ricomincia per quasi tutti, ed è inutile che ci raccontiamo bugie: come tante cose, ha i suoi PRO e i suoi CONTRO.
Tra pro e contro, la scuola è prima di tutto un diritto
Gli ultimi due anni ci hanno insegnato, per esempio, che uno dei più grandi PRO della scuola è che ci permette di stare insieme e di fare delle cose insieme. Non credo proprio, infatti, che tra voi ci sia qualcuno che ha voglia di tornare alla DAD, no?
“Ma come la mettiamo con tutti i compiti che ci fanno fare?” Sì, lo so, a prima vista potrebbero sembrare dei grossi CONTRO; ma, riflettendoci, dovete ammettere che servono a imparare.
Però quello che vorrei farvi capire oggi è che, quando ci mettiamo a elencare i PRO e i CONTRO, dobbiamo ricordarci che siamo fortunati. Cosa voglio dire? Be’, è semplice. Il fatto che ce ne stiamo qui a parlare dei vantaggi e degli svantaggi della scuola ma che abbiamo tutti la possibilità di frequentarla non è per niente scontato. Perché ci sono ancora posti nel mondo dove non è così. E ci sono persone, come la giovane pakistana Malala Yousafzai, che hanno lottato per affermare il proprio diritto all’istruzione.

Ecco perché, in questi giorni in cui state tornando sui banchi, ho deciso di raccontarvi la sua storia. Perché è la storia di qualcuno che per avere un banco, un quaderno, una penna, un insegnante, ha quasi perso la vita.
LA STORIA DI UNA SUPEREROINA
Da un piccolo blog al mondo intero
Anche se sarete un po’ arrugginiti, sono sicuro che ricorderete l’obiettivo 4 e l’obiettivo 5 dell’Agenda 2030, ossia quelli che riguardano l’istruzione di qualità e la parità di genere.
Bene, Malala aveva appena 11 anni quando si fece una solenne promessa davanti allo specchio: “Non starò zitta. Tutti devono sapere cosa sta succedendo in Pakistan“. Infatti, nella sua città di nascita, Mingora, le donne non avevano nessun diritto, non potevano andare a scuola e nemmeno uscire di casa da sole.

Per denunciare questa situazione, la piccola Malala iniziò a scrivere un blog, una specie di diario su internet, nel quale raccontava le ingiustizie che le ragazze pakistane erano costrette a subire per colpa del regime dei Talebani. E presto le sue parole fecero il giro del mondo!
Il regime dei Talebani
Sono sicuro che, se avete seguito un po’ le notizie di attualità, il nome Talebani vi ha acceso un piccolo campanello nella testa. Si tratta infatti di quei guerreglieri islamici che hanno da poco riconquistato il potere in Afghanistan, dopo che gli Stati Uniti hanno lasciato il Paese (lo avevano invaso in seguito al famoso attentato dell’11 settembre 2001 che aveva portato al crollo delle torri gemelle di New York).

Magari in un altro articolo approfondiremo questo importatissimo evento storico e i recenti fatti che gli sono legati. Per oggi vi basta sapere che i Talebani accusati di essere coinvolti nell’attentato alle torri gemelle sono gli stessi che in Pakistan avevano emanato un editto, cioè una specie di ordine, che impediva alle donne di andare a scuola.
La più giovane premio Nobel per la pace
Di fronte al successo della protesta di Malala, il 9 ottobre 2012 i Talebani decisero di fargliela pagare. Salirono a bordo dell’autobus su cui viaggiava insieme alle amiche e le spararono un colpo alla testa.
Ora, io lo so che pensate che i supereroi esistano solo nei film della Marvel, ma la verità è che Malala è l’esempio che, se si crede fermamente in qualcosa di giusto, si può diventare supereroi, anzi supereroine, anche nella realtà. La piccola pakistana è sopravvissuta miracolosamente a quell’attentato, e dall’Inghilterra, dove è stata curata, ha continuato a battersi per il diritto all’istruzione di tutte le donne del pianeta.
Per questo nel 2014 è diventata la più giovane vincitrice del premio Nobel per la pace: aveva solo 17 anni!

Nel salutarvi e augurarvi un buon anno scolastico, vi ricordo una delle frasi più celebri di Malala:
One child, one teacher, one book, one pen can change the world.
“Un ragazzino, un insegnante, un libro, una penna possono cambiare il mondo.” Cercate di ricordarlo quando avrete i classici momenti in cui odierete la scuola. E se proprio sarete in difficoltà, fate come me, scattate una foto del mare da riguardare ogni tanto.

Illustrazione © Lucia Conversi.
Tutte le immagini, salvo dove diversamente indicato, sono © Shutterstock.