
Il regalo più bello di questo Natale? È il vaccino Anti-Covid
“So che oggi è un giorno importante. La scienza e la medicina sono le uniche cose che ci permetteranno di uscire da questo virus. Lo dico con il cuore, vaccinatevi.”
Claudia Alivernini
Ecco cosa ha detto ai giornalisti un’emozionata Claudia Alivernini, la prima persona in Italia che ha ricevuto il vaccino anti-Covid il 27 dicembre. Non ti sembra un bellissimo regalo di Natale?
Claudia ha 29 anni e fa l’infermiera all’ospedale Spallanzani di Roma nel reparto che si occupa proprio di malattie infettive come il terribile Coronavirus. In questi ultimi mesi non solo ha curato i pazienti che arrivavano in ospedale, ma si è recata anche nelle case di molti anziani che si erano ammalati per aiutarli a stare meglio.
Tra i primi vaccinati c’è anche la professoressa Maria Rosaria Capobianchi, che lavora all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive dove è direttrice del laboratorio di Virologia (la scienza che studia i virus).
“Vaccinarsi è un atto d’amore e di responsabilità nei confronti di tutti. Oggi è un giorno di speranza. Stiamo finalmente cercando di uscire da questa tremenda battaglia.”
Maria Rosaria Capobianchi
Questo è il bellissimo messaggio di augurio che la dottoressa ha voluto dare a tutti gli italiani in attesa di essere vaccinati. Ma scopriamo insieme come e quando potremo farlo.
vuoi saperne di più?
- Una data che fa già parte della Storia
- Chi, quando e dove? Ecco le tappe della vaccinazione anti-Covid
- Ma che cos’è un vaccino?
- Perché il vaccino funziona?
- Come si crea un vaccino?
- Perché è importante vaccinarsi?
Una data che fa già parte della Storia

27 dicembre 2020: segnati questa data! Un giorno finirà in tutti i libri di Storia. Da questa domenica, infatti, è iniziata in tutto il nostro paese la distribuzione dei vaccini anti-Covid acquistati dall’Unione Europea. Sono infatti arrivate le prime 1000 dosi. Una dose è la quantità di vaccino che serve a una persona per non ammalarsi e consiste di solito in un pochino di liquido da iniettare con una siringa nel braccio. A partire dal mese di gennaio 2021 l’Italia riceverà quasi mezzo milione di dosi alla settimana. I primi vaccini sono arrivati proprio nel giorno di Natale, come una sorta di regalo, che però non ci è stato portato dal solito vecchietto con la barba bianca tutto vestito di rosso, ma da alcuni camion speciali che hanno frigoriferi in grado di mantenere i vaccini a una temperatura di -70 gradi, un freddo incredibile che puoi trovare solo vicino al polo nord o al polo sud.
Chi, quando e dove? Ecco le tappe della vaccinazione anti-Covid
Scommetto che ti starai domandando: ma come facciamo a vaccinarci tutti quanti? In effetti per iniettare il vaccino a tutti gli abitanti dell’Italia, che sono 60 milioni, ci vorrà un po’ di tempo, per questo il nostro governo sta cercando di organizzarsi nel miglior modo possibile. Prima di tutto ha deciso di metterci in fila, un po’ come quando al supermercato prendi il numerino e fai la coda per comprare il prosciutto. E come ha fatto a stabilire un ordine? Semplice, i primi a essere vaccinati saranno quelli che rischiano di più di ammalarsi. Così ecco qua i numerini con cui ci chiameranno:
- Gli operatori sanitari (cioè tutti i dottori, gli infermieri e gli specialisti che lavorano negli ospedali, oltre che tutti i medici di famiglia) e gli anziani che vivono nelle RSA (cioè le residenze sanitarie assistenziali, quelle case che assomigliano a ospedali dove i nostri nonni possono essere curati da persone che sanno come farlo).
- Tutti gli anziani sopra gli 80 anni.
- Tutte le persone tra i 60 e i 79 anni e quelle che hanno già altre malattie con cui devono convivere.
- Tutti quelli che fanno lavori per cui rischiano di essere contagiati. Un esempio? Gli insegnanti che ogni giorno sono a stretto contatto con tantissimi alunni.
- Il resto della popolazione.
Hai già fatto due conti, vero? Sì, è probabile che dovrai aspettare qualche mese per essere vaccinato, ma sono convinto che capisci da solo quanto sia più rischioso ammalarsi per le persone che hanno molti più anni di te. Comunque il nostro governo prevede di vaccinare circa 13 milioni di persone già entro marzo, e spera di riuscire a raggiungere la maggior parte dei cittadini entro l’anno. Quindi stai tranquillo, arriverà il tuo turno! E allora l’unica cosa che dovrai fare è cercare la primula.

La primula è un fiore molto comune in Italia che sboccia subito dopo la fine dell’inverno ed è stata scelta come disegno da mettere in tutti i posti dove si faranno le vaccinazioni. È molto bella anche la frase che l’accompagna:
l’Italia rinasce con un fiore
Ma che cos’è un vaccino?
Di sicuro una parte di te si sta chiedendo: ma perché i vaccini si chiamano così? Tutto comincia dalla scoperta che un grande scienziato, Edward Jenner, fece intorno al 1780. In quel periodo in Europa c’era una grande epidemia di vaiolo (una malattia molto pericolosa), ma il medico inglese si accorse che gli allevatori di mucche non si ammalavano. La spiegazione, secondo lui, era questa: gli allevatori, stando sempre vicini agli animali, erano stati contagiati dalla forma bovina del vaiolo, cioè dallo stesso tipo di malattia che colpiva gli animali appartenenti alla famiglia dei bovini (buoi, mucche, vitelli, eccetera). Questa specie di vaiolo però era meno grave e gli uomini che la prendevano, secondo Jenner, non solo guarivano ma sviluppavano anche una sorta di difesa contro il vaiolo umano. Per verificare questa sua idea, il dottore prese un pochino delle cellule di una contadina malata di vaiolo bovino e lo iniettò in un bambino sano. Un mese più tardi fece al bambino una punturina con una piccola dose di virus del vaiolo umano e il bambino non si ammalò. Aveva scoperto il primo vaccino!

Gli studi di questo scienziato furono portati avanti un secolo dopo dal francese Louis Pasteur, che fece un’altra importante scoperta: invece di iniettare i microbi della malattia, si poteva prima modificarli per renderli meno pericolosi. È stato proprio Pasteur a inventare il nome “vaccino”, perché voleva ringraziare Jenner per il colpo di genio che aveva avuto studiando le vacche. Una bella storia, no?
Perché il vaccino funziona?
Sentirai un sacco di opinioni sui vaccini, sia a favore, sia contro di loro. La cosa migliore per farti una tua idea è, come sempre, studiare! Solo così puoi capire come funzionano. Per ora te lo spiego in poche parole, ma poi tu continua a informarti. Il vaccino fa entrare nel nostro sangue una piccolissima quantità di virus, e il nostro sistema immunitario, cioè il responsabile delle difese del corpo, una sorta di esercito formato da piccoli soldatini che combattono tutti i batteri e i virus cattivi con cui entriamo in contatto, si allena a riconoscerlo e a eliminarlo. La quantità di virus presente nel vaccino è troppo bassa per farci ammalare, ma sufficiente perché il corpo possa sviluppare le “armi” che ci servono per dargli battaglia.

Come si crea un vaccino?

Fare un vaccino non è semplice per niente! Gli scienziati devono analizzare al microscopio il dna del virus. Il dna è composto da una serie di elementi che formano una doppia elica e si trova all’interno di ogni cellula di un organismo. Il suo scopo è quello di permettere alla cellula di moltiplicarsi in maniera identica, come una fotocopiatrice! Una volta che gli scienziati hanno capito come funziona il dna del virus e come si riproduce, possono creare una forma meno potente da iniettare ai pazienti. Per riuscirci però devono fare un sacco di esperimenti. Per questo è quasi un miracolo che gli scienziati di tutto il mondo, unendo le loro forze, siano riusciti a regalarci per Natale un vaccino per il Covid-19.
Perché è importante vaccinarsi?
Vaccinarsi è fondamentale quanto portare la mascherina quando si esce. E i motivi sono proprio gli stessi: il vaccino non solo ci aiuta a non ammalarci, ma fa anche in modo che non si ammalino gli altri, perché riduce il numero di quelli che possono essere contagiati e rende più difficile la diffusione del virus. Quindi, sì, la mia raccomandazione è: appena verrà il tuo turno, trova la primula più vicina e vai a fare questa punturina per dare anche tu il tuo contributo a salvare più vite possibili.
Alla prossima, mio caro ventitrentiano, e mi raccomando: stay focused on the goals!