Sono Pietro e ho 17 anni. Vi parlo io di cittadinanza digitale

Sono Pietro e ho 17 anni. Vi parlo io di cittadinanza digitale

26 Febbraio 2021 0 Di elasticowp

Ciao, sono Pietro e oggi sono qui su VentiTrenta per parlarvi di internet, del bello e del brutto del web.
Forse voi adesso andate tutti a scuola in presenza (ma qualcuno in quarantena ci sarà sicuro); io invece faccio un giorno in presenza e un giorno in DAD. L’anno scorso eravamo tutti a casa e l’importanza della rete è risultata chiara a tutti, anche a quelli che proprio non ne volevano sapere.
Videolezioni a parte (magari ne parliamo un’altra volta), io, come tutti voi, spesso mi trovo a passare del tempo sul web, guardo Instagram nei momenti morti, chatto con i miei amici e gioco ad alcuni videogiochi online.
Vi parlo io di questo argomento perché, a differenza degli adulti che spesso tendono a demonizzare il web, sono nato e cresciuto insieme al mondo digitale (mi definiscono “nativo digitale”), in un certo senso ne faccio parte e lui fa parte di me. E quindi per forza lo conosco meglio.

Sono il primo a sostenere che internet sia un posto magnifico in cui possiamo trovare tutto quello che ci viene in mente e “ascoltare” persone interessanti. Ma c’è un MA: come tutte le cose che esistono nella vita, la rete ha i suoi PRO e i suoi CONTRO. E ci sono alcune cose che vorrei dirvi. Sono 6 in tutto. Se le sapete già, meglio, ma comunque fermarsi un attimo a pensarci non fa mai male.

1. Fake news

Le fake news sono notizie false che spesso assomigliano tremendamente alla verità, non è facile riconoscerle! Con i loro titoli e le loro immagini clicbait (attira-clic) puntano solamente alle visualizzazioni e alle condivisioni. Per questo è sempre importante verificare la fonte di quello che si legge! Per esempio, se devi trovare notizie sul tuo rapper preferito, cerca sulle riviste online di rap e non su siti qualunque o blog scritti da persone non del mestiere. Insomma, già lo sai: non tutto quello che si trova in rete è vero. Cerca di ricordartelo sempre, perché a volte, quando si è presi dal momento, non ci si pensa.

BAIT in inglese significa AMO

Due esempi di fake news

Per esempio, l’anno scorso si sono diffuse due fake enormi

A proposito del Covid, a un certo punto si leggeva online che il virus era stato diffuso apposta da un laboratorio cinese, in realtà scientificamente è stato dimostrato che il Coronavirus è di origine animale.

Delle news sostenevano che nell’Area 51 (negli Stati Uniti, dalle parti di Los Angeles) fossero stati avvistati gli alieni; questo ha addirittura provocato un raid (una manifestazione) di alcune centinaia di persone che sono arrivate fino all’ingresso della 51. Beh, questa era una fake news facile da beccare, eppure…

2. False vincite

Ti arriva un messaggio che dice: “Hai vinto 3 iphone e un viaggio a Miami!!!!” (magari con 10 punti esclamativi). Fantastico, vero? Ecco: questi pop-up vengono usati per portare i “fortunati vincitori” su altri siti, spesso non controllati e pericolosi per il computer e per le informazioni private che contiene. Insomma, ti puoi beccare un virus informatico e direi che di questi tempi il Corona basta e avanza.

3. Sconosciuti

Come nella vita reale, online “non si accettano caramelle dagli sconosciuti”, nel senso che se conosci qualcuno sul web non fidarti immediatamente e soprattutto non spifferargli i tuoi dati personali, per nessun motivo. A differenza della realtà, su internet ognuno può spacciarsi per chi vuole, quindi è ancora più rischioso.

4. Proteggere la privacy

Sui social (naturalmente parlo a quelli che hanno l’età per starci, cioè in genere 13 anni), apri un profilo privato se ti interessa mostrare i tuoi contenuti a persone selezionate; se invece punti a una gran fetta di utenza, imposta il profilo su pubblico, ma ricordati, SEMPRE, che chiunque potrà vedere le tue foto o i tuoi post. E, come nel mondo, anche sui social ci sono i cattivi.

5. Password

Quando scegli la tua password non usare il tuo anno di nascita e il tuo nome, ma nemmeno quello del tuo cane, perché gli hacker sanno anche quello! Dovresti utilizzare una password diversa per ogni app…
Segna le tue password sulla buona vecchia carta, che non tradisce mai (oddio, sembro mia mamma) e non pensare mai di custodirle online o spedirle con un messaggio, perché la privacy sul web corre su un filo sottile.

6. Rispetto per gli altri

Spesso nella vita reale ci sentiamo limitati dal nostro aspetto fisico, su internet invece siamo chi vogliamo noi: come gli altri non ci conoscono veramente, noi non conosciamo veramente loro. Non sappiamo fino a che punto una persona sta al gioco o si offende. Quindi, mai agire da leoni da tastiera e accanirsi contro un utente, anche perché il limite, che nella realtà è più difficile valicare (o perché qualcun altro ti trattiene o perché vedi l’espressione di un interlocutore ferito da quello che hai detto), su internet non esiste. State sempre attenti a quello che scrivete. Sta a noi creare un’atmosfera di conforto, di rispetto e di complicità tra gli utenti, è fondamentale, impegnatevi. Perché anche se, come ho fatto oggi per spiegarvi certe cose, si tende a contrapporre virtuale e reale, il mondo virtuale è reale, ha delle conseguenze sul mondo reale; anzi, è una parte di questo. Come i giardini dove ti trovi con gli amici.

Sul cyberbullismo, leggete il racconto di Laura Calosso, qui sotto.

Amici online: un aneddoto

Durante la quarantena internet ha allungato verso di me una mano piena di applicazioni, metodi per comunicare e antibiotici per la noia. Io gli ho preso tutto il braccio: ogni giorno mi ritrovavo con i miei amici e parlavamo del più e del meno come se fossimo al parco, e ogni tanto passavamo qualche mezzoretta di troppo sui videogiochi, ma in un momento così è concesso, o no?
Grazie a questa esperienza ho conosciuto amici di amici che ora ho avuto la fortuna di poter incontrare più volte dal vivo: le prime volte, sembrava di vedere un vecchio amico che negli anni era cresciuto e aveva cambiato totalmente aspetto. Adesso, ci vediamo in giro. E come non ammettere che è 100 volte meglio?

A proposito di cyberbullismo