Leggere è bello! Ed è anche un tuo diritto

Leggere è bello! Ed è anche un tuo diritto

23 Aprile 2021 0 Di Micaela

Ieri ho chiamato la mia nipotina Azzurra, che ha 4 anni:

«Azzurra, la prossima volta che ci vediamo ti porto dei librini»

E lei, con la sua vocina: «Di nuovo?»

Sono morta dal ridere. Anche le mie bimbe una volta mi hanno chiesto: «Ma ai compleanni noi regaliamo sempre libri?»
Sì, lo ammetto, è un mio vizio: appena posso distribuisco libri di qua e di là. Perché per me regalare un libro significa regalare a un bambino un “superpotere”: quello di abbattere le pareti di casa e passare in un altro mondo.

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Il diritto di leggere per conoscere 

Ma questo non spiega perché ho deciso di mettere questo articolo nella sezione DIRITTI della nostra rivista. Per spiegarvelo parto da un’immagine:

L’avete riconosciuto? È l’obiettivo 4 dell’Agenda dell’ONU: per avere un mondo più giusto bisogna fare in modo che tutti i bambini possano andare a scuola. Disegnato sopra c’è un libro, che per tutti è il simbolo della conoscenza: grazie ai libri gli esseri umani si sono trasmessi scoperte, conoscenze, invenzioni, idee che ci hanno permesso di progredire, di migliorare sempre di più.
Tutti hanno il diritto di avere dei libri su cui imparare, perché le cose che impariamo sono i piccoli mattoncini con cui costruiamo la strada che ci fa diventare grandi. Più mattoncini abbiamo, più possiamo andare lontano e, soprattutto, dove vogliamo.  

Il diritto di leggere… per leggere

Ma dell’importanza dell’istruzione vi ha già parlato Francesca, in un bellissimo articolo (vi metto il link in fondo). Io voglio parlarvi di un altro DIRITTO: quello di scegliervi il libro che più vi piace, spaparanzarvi nella posizione in cui siete più comodi e leggere per il puro piacere di farlo… Fiabe, romanzi, libri-game, graphic novel, fumetti, racconti: chi più ne ha più ne metta! Perché anche questo è un modo per CRESCERE e COSTRUIRSI LA PROPRIA STRADA.
Ma basta paroloni, entriamo nei libri.

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I libri ci aiutano a conoscere… NOI STESSI

Se siete alle medie, sono quasi certa che conoscete già Raina, la protagonista dei fumetti della Telgemeier. Io ho visto le mie bimbe divorare SmileSorelleCoraggio. Perché, mi sono chiesta? Perché loro sono sorelle. E la più grande, Viola, va alle medie, come Raina, e probabilmente ha dovuto anche lei tirar fuori un po’ di “coraggio” per affrontare questa nuova avventura. 
Nei personaggi del fumetto vedono, in qualche modo, loro stesse. Ma è un vedersi in modo molto più chiaro, come dopo aver lucidato uno specchio che prima era appannato.
Lo sapete meglio di me: certe volte è difficile capirsi. Capita che da un giorno all’altro proviamo sensazioni nuove a cui non sappiamo dare un nome, o abbiamo delle reazioni che non riusciamo a spiegare.
Ed ecco che arriva il libro in cui la protagonista si sente proprio come noi! Allora, intanto, capiamo che non siamo poi così strani, capita a tutti di sentirsi così. E guardando da fuori le sue (e nostre) vicende disegnate o raccontate sulla pagina… beh, è più facile capirle rispetto a quando ci si è in mezzo in prima persona.

I libri ci danno le PAROLE per “spiegarci”

Spesso, poi, i libri ci danno anche le PAROLE per descrivere come ci sentiamo: non vi capita mai di pensare: “Cavoli, come l’ha detto bene!”? Le parole sono come dei pennellini con cui definiamo meglio il contorni delle cose, e in questo modo le capiamo meglio.

I libri ci aiutano a capire… GLI ALTRI

A scuola hanno dato da leggere a Viola La musica del mare. Le è piaciuto tantissimo. Poi, in classe, hanno fatto questo “gioco”: ognuno doveva immedesimarsi in un personaggio del libro e rispondere alle domande che gli altri gli facevano. Lei ha scelto Alessio, un amico del protagonista Rosario, che a un certo punto si lascia trascinare dal gruppo di cui fa parte, che prende di mira proprio Rosario. Gli tirano un brutto scherzo, ma alla fine Alessio torna sui suoi passi.
Magari leggerà questo libro un ragazzino che, in qualche parte del mondo, è l’Alessio della situazione, e leggendo come si sente Rosario, capirà che sta sbagliando.
Molti di voi probabilmente non sono mai stati Alessio, ma immedesimandovi in lui vi renderete conto dei meccanismi che talvolta si creano nei gruppi, quando magari si segue la maggioranza, anche se non si è convinti, solo perché si ha paura di venire esclusi… E forse, se vi ci troverete in mezzo, li riconoscerete e farete una scelta diversa.

I libri ci aiutano a conoscere… IL MONDO 

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Leggendo, le mie bambine sono andate in Cina, a Londra, in Africa, al Polo. Hanno scoperto che esistono cibi diversi, usanze diverse, religioni diverse: è quello che si dice “allargare gli orizzonti”, cioè sapere che il posto in cui siamo nati e il modo in cui viviamo è solo uno tra tanti. E non è più “normale” degli altri. Sperimentano la diversità, così, quando la incontreranno, le andranno incontro curiose, non con diffidenza né con paura.  

I libri ci aiutano a conoscere… CHE COSA è GIUSTO 

Siamo su Radio Potter, un radio clandestina ascoltata della resistenza anti-Voldemort: 

[Kingsley Shackelbolt] «Continuiamo a sentire storie profondamente significative di maghi e streghe che rischiano la propria incolumità per proteggere amici e vicini Babbani, spesso a insaputa dei Babbani stessi […]

[Lee Jordan, conduttore] «E tu che cosa diresti, Royal, a quegli ascoltatori che obiettano che in tempi così pericolosi dovrebbe valere il motto “prima i maghi“?

[Kingsley Shackelbolt] «Direi che da “prima i maghi” a “prima i Purosangue” e infine a “prima i Mangiamorte” il passo è breve. Siamo tutti esseri umani, no? Ogni vita umana ha lo stesso valore e merita di essere salvata.»

In questo breve scambio di battute ci sono riassunti secoli di discriminazione razziale. Secondo me, un bambino appassionato di Harry Potter e che ha ammirato Hermione Granger (nata da genitori babbani) non potrà diventare un adulto che “discrimina”, che pensa che la vita di qualcuno possa valere di più di quella di un altro. E se intorno a lui qualcuno dirà “Prima questi” o “prima quelli”, riconoscerà il pericolo.

E infine, i libri ci regalano BELLEZZA E SPERANZA

Quando penso ai bambini nei campi profughi, circondati dalla guerra, dal freddo, dalla fame, da case che non sono case vere, spero che insieme ai beni di prima necessità (cibo, vestiti ecc.) possano ricevere anche un libro. Un libro che parli di cose belle, in cui possano “entrare” dimenticandosi per un attimo di dove sono, passare un po’ di tempo senza pensieri, far respirare la fantasia e uscirne con un po’ di speranza che le cose possano cambiare.

Se davvero i libri sono capaci di fare tutto questo, e io sono convinta di sì, allora W la Giornata internazionale del Libro! Non ve l’avevo detto?!

23 aprile, Giornata internazionale del libro

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L’UNESCO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura) ha proclamato questa festa nel 1996. In realtà veniva già festeggiata da tempo in Catalogna, una regione della Spagna, dove si è scelto il 23 aprile perché in quel giorno del lontano 1616 sono morti 3 grandi scrittori: l’inglese William Shakespeare (forse lo conosci per Romeo e Giulietta), lo spagnolo Miguel de Cervantes (l’inventore di don Chisciotte) e lo scrittore peruviano Garcilaso de la Vega. Ecco che cosa scrivo l’UNESCO:

La lettura […] ci consente di entrare in mondi, vite e tempi diversi e ci dà la possibilità di avvicinarci a esperienze e realtà lontane dalla nostra, accrescendo così la nostra conoscenza e la consapevolezza di quanto il mondo che ci circonda sia poliedrico

Curiosità

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Il 23 aprile è anche san Giorgio, che è il patrono (il santo protettore) della Catalogna, dove è chiamato Sant Jordi. Secondo la leggenda questo cavaliere uccise un drago che terrorizzava la regione, salvando la principessa. Dagli schizzi di sangue del drago sarebbero nate delle rose rosse, che sono appunto uno dei simboli di san Giorgio. Dall’unione della festa di Sant Jordi con quella del libro, in Catalogna è nata l’usanza che ogni libraio regali una rosa per ogni libro acquistato

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